18 novembre 2010

LIFE AS A BIG MONOPOLY



Dice Bruce Chatwin che le idee si generano più dal movimento, piuttosto che dallo sguardo ossessivo del foglio bianco. Ci credo ed ecco perchè, a volte, durante il giorno pensi e ti sforzi ma le cellule semplicemente se ne fregano e non mandano nessuna risposta. Mentre altre volte basta una tensione addominale, una posizione strana, sudore ed un materassino, ed ecco che il pilates finalmente oltre che al corpo serve anche alla mente.

In quella posizione ho pensato che la vita sembra un grande monopoly, il famosissimo gioco da tavolo. La questione è passare di posto in posto, cercando di concludere qualcosa, guadagnare, comprare, vendere, aspettare il giusto attimo, ma anche fermarsi nel posto sbagliato, avere culo, ri-passare dal via quando meno te lo aspetti, andare anche in prigione (figurata) per un certo pediodo di tempo e fin che salti il turno penserai che questa situazione è solo un momento di transizione, all'apertura delle porte si avranno nuove mete e nuovi progetti.

Per non parlare delle carte "imprevisti" e "probabilità", lo zio ricco che muore e ti lascia l'eredità, ma anche la sfiga di capitare sulle caselle fuxia (solo per giocatori anni 80) e pagare anche se non vuoi e/o puoi.

E' tutto un lanciare dadi e spostare pedine, mescolare carte e pianificare azioni. Puoi contare il tuo grande fatturato e sentirti padrone della partita, ma anche essere in prigione e chiederti "ma chi sta muovendo le mie pedine?".

Non ci resta altro che continuare a giocare, senza mollare mai, perchè Mr Monopoli aveva visto lungo, solo con le carte "imprevisti" e "possibilità". Questo è il gioco della quotidianità, almeno fino al prossimo lancio di dadi.