23 marzo 2010

SHEEPS AND DUCKS IN NEW ZEALAND

Sono le ore 6.30 e la mia giornata neozelandese inizia in questo momento, con la nebbia fuori dal vetro, un freddo gelido che evito grazie ad una calda giacca a vento regalatami e le anatre che girano nel giardino davanti a me.

La fauna qui, in un paesino sperduto della niu zi, è molto ricca, fuori si parla di cani, anatre, uccelli di tutti i tipi e piccoli ragni che costruiscono filamenti in alcuni secondi, in casa pure, qualche formica e pochi scarafaggi (in ricordo dei cugini australiani).

Le mie reazioni si sono pian piano abituate alla fauna, passando da urli a lanci delle bestie, con le dita, verso direzioni esterne.

Cosa ci faccio in questo posto in mezzo ai prati e alle montagne? Faccio i caffè ai turisti in vacanza.

La mia idea iniziale una volta arrivata qui era proprio quella di vivere fuori dalle grandi città, soprattutto quando Auckland non mi aveva fatto una buonissima impressione. Potendo scegliere dove vivere e lavorare, ho colto l’occasione di passare qui qualche mese, forse meno in base a quanto lavoro ci sarà nelle prossime settimane.

Sembra un piccolo ritorno alle origini (si ma molte origini fa), dato che si parla di bagno con i due rubinetti separati, caldo e freddo, esisti solo tu e la natura.

Andando al lavoro osservo il verde che circonda questo luogo, alberi, montagne, fogliame, vacche e pecore (le famose pecore niu zi), penso ad un mondo (il mio mondo attuale) senza connessione internet (presente a 10 km da questo posto) e mi sento bene senza gli aggiornamenti di stato di facebook ed il lato virtuale della vita.

Continuo le consulenze psicologiche a distanza (ad amici e a chi avesse bisogno… :) ), ma con molta meno frequenza, ora ho dei grossi pensieri in testa (roba da stress) tipo evitare le anatre sulla strada e fare una buona e bella schiuma sul capuccino.

In verità lo stress esiste ma è piccolo piccolo ed è sovrappensiero: il futuro, le decisioni, i visti, i punti di domanda, i punti esclamativi, etc etc...ma di questo intanto parlo con lo specchio, o con Renato Pozzetto.