09 marzo 2011

stiamo tornando scimmie....in Italia




Otto mesi in Italia.

Il giusto tempo per prendere porte in faccia, per deprimersi, per voler scappare, per trovare una dimensione in cui stare bene, per rendersi conto sempre più di ciò che si vuole e di quello che conta veramente. Tempo anche per riflettere sulla “dimensione viaggio o altrove”, dove i bisogni sono diversi, i rapporti umani pure. Nel bene e nel male quella è una dimensione a sé, per lo più incomprensibile ai tuoi attuali compagni di banco, tanto che a volte per non sentire le solite storie (tipo perché mollare la strada sicura per l’incognito?ecc…) me ne vo a fare una passeggiata, bevo caffè al bar come non facevo da qualche anno. Mi guardo in giro e vedo traiettorie impazzite, vedo correre per arrivare (ma dove?) e vedo tante, tantissime, un mare…di paranoie mentali.

Chi ancora si butta su “è tutta colpa dell’euro” oppure sentire ogni discorso terminare con “colpa della crisi”. Di certo la situazione e l’atmosfera generale non ti portano a pensare alle margherite che sbocciano, ma nemmeno dovremmo alimentare il catastrofismo, dato dai fatti, dai tg e dalla politica.

Guardandomi in giro, lavorare nel 2011 in Italia, vuol dire spesso mettersi a 90°, perché “fuori c’è la crisi”, “menomale che hai un lavoro”, ammonizioni usate per calmare gli animi inquieti e ribelli, poi utilizzate a proprio piacimento dai datori di lavoro, i quali sanno benissimo che ti puoi incazzare e mandare a.f. tutti per situazioni assurde ed insopportabili, ma poi il giorno dopo, torni per tutto quello che dicevamo prima.

Per non parlare della concezione della donna, che tanto colora gossip e tg, ma che vivo ogni giorno al lavoro, quando in quantità femminile pari al 30%, trovo ancora sconcertante il trattamento riservatoci.

Si parte con frasi del tipo “Ma cosa vuoi che ne capisca una donna di questo campo?”, passando alle 4 categorie di donna sul posto di lavoro, che vediamo di seguito, con la quale si conclude che bastava un cromosoma in meno per evitare molti problemi.

SE SEI:
Brutta + Non brava: non vali niente, non hai nemmeno una carta da giocare.
Brutta + Brava: anche se lavori 14 ore al giorno e sei stimata, sei comunque un cesso e questo si colloca al primo posto della classifica.
Bella + Non brava: non serve che te la tiri, tanto non vali niente.
Bella + Brava: categoria top management, chissà a quanti hai dato il tuo tesoro per essere arrivata dove sei e via di soprannomi ed insulti.

In questa era paleolitica 2.0, c’è chi parla di rinnovamento, di rottamazione, di innovazione. Ho qualche dubbio, ma ci voglio credere, perché che io me ne vada o che resti (suspance…), si lotta perchè non è giusto che le facce da culo vincano sempre in questo mondo, Italia o Zimbawe.

Allo stesso tempo però l’uomo, inteso come essere umano italiano, ha ancora un sacco di strani schemi in testa, più in là non si va, perché fa comodo, perché fa ridere, perché fa fico, perché io ho potere oppure perchè semplicemente è iniziata la fase di sviluppo al contrario, questo è quello che siamo capaci di dare, limitati e limitanti e pian piano... stiamo tornando scimmie.