27 maggio 2008

OROSCOPO

Solo un piccolo link al mio oroscopo...che strane idee e coincidenze...BILANCIA.

SEA, WAVE, WIRELESS



Dopo qualche settimana di lavoro intenso, più il voler ed il dover fare economia, ad un certo punto mi son detta ebbasta con sta economia!, era arrivato il momento di partire.

Destinazione: Mare.

Ho battuto il record dei preparativi pre-partenza ovvero un quarto d'ora tra metti e stringi dentro lo zaino, grande amico e compagno di avventure, che bello rivederlo e partire insieme. Guarda ti adoro zaino, hai battuto pure il mio soffice cuscino che mi sorregge quando la testa mi cade dentro il libro di Coelho e dopo mi cade e basta e da li il nulla.

Anche solo fare uno zaino è stato quasi adrenalinico, quando non lo fai per qualche tempo poi cadi nel torpore domenica-gelato-e-vasca-in-centro e corri il rischio di non uscirne più. Basta anche un piccolo viaggio, ma che abbia in sè tutte le caratteristiche del viaggio. Andare, partire, senza tanti tentennamenti e senza tanti "se" legati al posto, al tempo e a mille altre cose.

Così, si parte. Come Thelma e Louise, macchina e via. Via sull'autostrada fin che la benzina non ci separi.

Tre giorni di mare friulano, solo acqua, vento, nubi, nessuno, ping pong, birre, camminate, spiagge, onde, bassa marea, granchi visti da vicino, meduse ko sulla riva, spaghetti, vongole e vino bianco.

Che bello andare nei luoghi fuori stagione, quando riesci ad assaporarteli e a gustarteli.

Mi sono fatta un bella dose di mare, soprattutto di nulla, di nulla e di mare.

Ho pensato ad un bel collegamento wireless su un tavolino li con le onde del mare come sottofondo, wave, wireless, wave, wireless, work, wave, wirless, wonder, woman, wave, wireless...

Fine del weeend.

18 maggio 2008

E PARTO SENZA LA VOGLIA DI TORNARE...



Viaggi. Viaggio. Se ne parla sempre. L'argomento ritorna sempre.

C'è chi parte, chi resta, chi sparisce, chi è in viaggio in questo momento e si diverte, chi è in viaggio e gli manca casa, chi dice "casa? what is casa?", chi pensa al viaggio ma è a casa, chi vorrebbe ma non può, chi è a corto di soldi, chi non ci pensa mai, chi vorrebbe ma ha scelto di vivere verso tutt'altra direzione.

Sono sempre più convinta che viaggiare faccia bene, soprattutto per la costruzione di se stessi, a partire dalle semplici frasi che ci diciamo durante un viaggio all'avventura, tipo "muovi le chiappette", "trova una soluzione" oppure "era tutto quello che desideravo".

Durante il viaggio si fa i conti pure con se stessi. Con i nostri buchi neri, pure con le paure e con i dubbi. Ci si guarda da fuori e si vedono due persone diverse, quella a casa e quella in viaggio e da li sorgono le domande.

Perchè in viaggio sono piena di vita?

Perchè qui trovo difficile cercare nuovi stimoli?

Perchè quando sono in viaggio non vorrei mai tornare?

Perchè al ritorno dentro una vita normale, vivo solo a metà?

C'è una parte di me che segue il percorso naturale ed abitudinario delle cose, l'altra parte che resta ancora ammaliata dalle persone che girano con lo zaino, non me ne frega niente delle vetrine super chic del centro, vedo due ragazzi con il loro zainetto e la loro mappa e resto immobile, li osservo. Il mio vero io è la dentro, il mio falso io è l'impiegata che si reca al lavoro e tiene in piedi tutto.

Però, la sensazione non è più quella di un tempo, il "vorrei ma non posso", ora è solo "posso".

Che ridere oggi il messaggio di un'amica in viaggio "mi sa che non torno più". Eh, sì, sì, mi sembra di averla già sentita questa frase. Te l'ho detta io qualche tempo fa e tu mi dicevi pensaci bene, ora tu mi scrivi messaggi pieni di aforismi e metafore "il nostro mondo è troppo piccolo e limitante" ecc ecc ed io sorrido.

Sembra strano perchè quando sei in viaggio pensi pure diversamente e quando rientri nel quotidiano e nella routine, totalmente dentro il meccanismo, quasi non ti permetti più di pensare "ma questa vita mi va ancora bene?". "Certo, mi deve andare bene, per il mutuo da finire, per mettere via i soldi, perchè non posso lasciare il mio lui, ormai stiamo insieme da dieci anni non vorrai mica che ci lasciamo?, perchè al giorno d'ggi un lavoro sicuro dove si trova? e via cosi....

Poi si viaggia e durante il viaggio si pensa a tutte queste paranoie, che durante la real life sono dilemmi, mentre in viaggio sono solo storie mentali.

Schiacciati dal meccanismo non si pensa più al nostro vero istinto. Perchè per i non malati di "viaggite", viaggiare vuol dire solo perdere tempo, consumare ferie, soldi, non avere nessuno ritorno materiale, vuol dire che non hai voglia di lavorare, che vorresti essere sempre in vacanza.

Non è vero.

Ci pensavo durante la mia vacanza in Australia, al decimo giorno mi sembrava strano non lavorare da dieci giorni, figuriamoci non lavorare per tre settimane circa. Era dal 2005 che non mi succedeva. Ci ho pensato bene e sono rimasta sconvolta per qualche minuto.

Mi sono vista formichina del Nord Est dedita alla produzione e al guadagno, al risparmio e al consumo.

Nasci con questa mentalità talmente radicata, che non ti rendi conto quanto sia un modo per annullare molta della nostra interiorità per dare spazio agli assegni, agli stipendi, ecc ecc.

Qualche tempo fa in una discussione con Ettore abbiamo realizzato che avremmo voluto provare a fare le artiste di strada ad Edimburgo. Può sembrare irreale, ma era un modo ironico per dire che avremmo voluto solo per una volta nella nostra giovinezza tentare di fare qualcosa solamente per diletto o per divertimento, invece di seguire il metodo nord est inculcato per anni da nonni, genitori ed altri ovvero: "studia e trovati un lavoro, ti serve per pagarti le rate del mutuo. La tua vita sarà cosi per altri 40 anni, la vita è questa che vuoi di più?".

E' il solito dilemma, a proposito, trovare il modo di unire il piacere col dovere, almeno di provarci e di non fare "silenzio, orecchie basse e produrre" (tradotto "tasi e rece basse, laora").

Abbiamo tempo altri 30 anni per sopportare il nostro capo oppure per sopportare tutto quello che soppportiamo in nome di...(inserire una parola a piacere).

Stiamo vivendo la nostra vita oppure il modello che ci tramandano da anni?