13 dicembre 2008

UNA SCELTA ESTREMA



Come ogni vigilia di Santa Lucia dieci anni a questa parte, mi trovavo in pasticceria a preparare il mio solito piattino con i dolcetti da regalare. Così, parlando con una vecchia conoscente chiedo informazioni su una cara amica di cui ho perso le tracce. Scopro che questa persona, dopo qualche anno di studi, ha scelto la vita del monastero e, attualmente si trova là.

Ammetto di essere rimasta leggermente sorpresa, non della sua scelta, ma del fatto che il suo tipo di scelta fosse davvero estremo. Credo davvero che ognuno abbia la sua strada, anzi, credo sempre più fermamente che il classico percorso studio-lavoro-mutuo-bambini non possa essere uno schema valido per tutti. Ogni persona compie le sue scelte, ma quelle estreme mi interessano molto, anzi diciamo che mi appassionano al punto di voler saperne sempre di più.

Come per quest’amica non sono caduta nelle classiche ipotesi, comunque diffuse, del tipo “o mio Dio ma come farà? Non sentirà la mancanza di un uomo?” oppure “prima o dopo capirà che…”, come se noi avessimo le verità assolute, come se tutto il nostro vivere si basasse su ciò che ci dice la televisione.

Ma chi siamo noi per dire e giudicare che la nostra vita è migliore di quella di questa persona? Alla fine mi sa che ha ragione la solita frase banale: ognuno cerca la sua di felicità. Vorrei che spesso non confondessimo il nostro stare bene con le nostre comode abitudini, con il nostro stare chiusi nel metro quadrato quotidiano senza dare un occhio fuori, non fuori dalla finestra ma fuori da nostro recinto fatto di conoscenze decennali, di abitudini, di pensieri precostituiti, di “io lo so” o “è così”.

Ecco, noi non siamo per niente abituati a pensare che c’è anche dell’altro oltre a ciò che conosciamo già, oltre al nostro microcosmo. Altro rispetto ad un marito-fidanzato, altro rispetto a delle rate di un muto, altro rispetto a quello che tutti fanno perché da 50 anni è così che si fa.

Chi compie questo tipo di scelte estreme resta comunque solo, di fondo, perché davvero pochi riescono a capire o a tentare di capire la loro decisione. È una visione alquanto sconfortante se lo si pensa, ma anche interessante dall’altro punto di vista.

Quando tu ti muovi, scegli o decidi in modo estremo (non usuale) vedi le persone attorno a te che restano ferme, che non ti capiscono, che si rifiutano, che ti invidiano, oppure altre, fortunatamente, che ti seguono anche solo mentalmente, ti stanno vicino, i legami veri si rafforzano, i legami fasulli si sfaldano. Tutto viene messo a dura prova. Scuoti dei meccanismi originari e scombussoli abitudini, consuetudini, pensieri e preconcetti e vai avanti, devi andare avanti, verso il tuo obiettivo.

Solo che succede, a volte, che nei momenti down vedi questa situazione come desolante ed isolante, ti senti solo nel mondo. Finalmente. Ma a volte è dura. Sono più i muri che trovi da sfondare che le scialuppe di salvataggio.

Le adoro le scelte estreme perché sono convinta che ci voglia coraggio, un gran coraggio, e che in questo modo, ci si riesca a liberare da tutto e tutti, cercando solamente la propria strada.

Una scelta estrema non è solo una sceneggiatura cinematografica nelle terre estreme, è spesso un gesto semplice carico di forza e coraggio, come andare in monastero, adottare un bambino, cambiare continente per cercare qualcosa di meglio, rivalutare tutto, dire, o solo pensare non è così che deve andare.

Come diceva Jovanotti “coraggio, questo è un mondo selvaggio” o anche come dico io “La scelta estrema è mia e me la gestisco io”.

10 novembre 2008

VARIE ED EVENTUALI

BERLINO 3 - FINALE
Alla fine lunedì scorso è terminato il mio breve viaggio a Berlino. Una città piena di contrasti, capace di guardare al futuro, ma anche piena di passato. Un centro città futuristico ed una semi periferia ancora col filo spinato. Una visita vale sicuramente la pena, anche se il fresco nuvoloso faceva sembrare la città fredda e plastica, diversamente le parti piene di parchi, con i colori dell'autunno davano alla città un tocco decadente molto bello.

Ricorderò con piacere questa visita a Berlino:
la città della trilogia di Bowie(Low, Heroes, Lodger)


del famoso Zoo,

del muro che cade a pezzi (francamente la parte che ho osservato con molta curiosità),

dei resti di una guerra ancora presenti,

del wurst in tutte le forme ed a tutte le ore,

la città delle biciclette veloci,

dei trasporti efficienti, delle texture architettoniche,

degli edifici spaziali,

di Helmut Newton.

Un mix piacevole e sorprendente.



BARRAKKA
Obama è il nuovo presidente degli USA, fin qui ci siamo. Anche se non parlo spesso di attualità nei post, tanto meno di politica, ci tengo a dire due parole in merito a questo presidente. Si possono fare molte considerazioni riguardo la sua vittoria. La prima è quella della speranza di cambiamento. In un paese in piena crisi, che è stato per anni un sogno o un mito, ma che si è trovato di punto in bianco a rivalutare tutto, ecco, l'ha fatto (lo fa) con un nero. Cambiare si può. Yes we can. Al di là dei messaggi elettorali, la sua figura porta molti significati, prima di tutto una ventata d'aria nuova, poi la possibilità concreta di arrivare ad un proprio obiettivo, oppure un sogno, partendo da zero. Finalmente una giusta speranza di ripartizione delle possibilità. Non più solo "il figlio di" o "la moglie di" possono avere accesso ad un cambiamento profondo, sempre se mai lo volessero, ma anche chi dal nulla si è costruito un obiettivo pieno di ideali e l'ha portato a termine. Il cognome finalmente non conta, il conto in banca finalmente non conta, conta l'uomo.


CAMPAGNA E BICICLETTA
La sera a volte, dopo cena c'è ancora una temperatura che consente un giro in bicicletta semi notturno. Così pedalando capita che, con la mente libera e solo il rumone delle gomme sulla strada, ti fai dei pensieri più o meno seri, si passa da "urka ho mangiato pesante, non so se riesco a fare il pezzo del ritorno" a "quanto è bella la campagna". Eh sì. Anche se in città si potrebbe abbandonare la macchina e camminare, in campagna si ha il privilegio di godere il silenzio, la notte, la natura. Di giorno ancora meglio soprattutto d'estate o in primavera, si vede tutta la natura, la terra, gli alberi, gli spazi infiniti che liberano la mente, sudore e gomme, pedalate e foglie. Per non parlare dell'autunno, quando tra borghi più o meno antichi, si passa da un fogliame rosso-giallo a pezzi di muro abbandonato, un mondo da scoprire ed osservare. In città cosa si può osservare? Le vetrine? Poi magari pensando agli acquisti fatti o quelli che avremmo voluto o dovuto fare invece.., tante altre belle motivazioni. Io preferisco di gran lunga scoprire la natura, dopo giornate intense piene di telefonate e file excel, ho un bisogno primario di natura.


PEARA' E STRADA
Oggi di fronte ad un bel piatto di bollito con la pearà, si parlava, in intimità, delle proprie strade. Qual è la propria strada? come si fa a riconoscerla? c'è un'età precisa entro la quale la si riconosce? Perchè ad un certo punto quello che facciamo non ci va più bene? Perchè la strada che tutti pensano per te non ti appartiene? fino a quando ci dovremmo adattare? Tra dubbi e discussioni varie, la conclusione è stata questa: meglio aggiungere un pò di pepe e sale nella pearà, ma anche nella vita in generale.

25 ottobre 2008

BERLINO 2 - BIRRA A MEZZOGIORNO E CAMMINA TI DOPO TUTTO EL GIORNO....

Per la giornata turistica di oggi mi sono affidata alla guida Lonely Planet, almeno per avere un filo conduttore che mi portasse in giro senza perdermi piu di quello che faccio normalmente. Eh si perche non sono ancora pronta per parlare tetesco, quindi solo confondere ostbanhof con houstbanhof mi ha portato a farmi dei veri e propri trip berlinesi, tipo la tua direzione dovrebbe essere verso destra ed il treno va verso sinistra, ecco cose di questo genere costituiscono i primi passi nel mondo metropolitano. Della serie battezziamo l´árrivo in cittä con qualche tour guidato delle metro anzi bahn di Berlino.

Stessa cosa oggi pomeriggio, ad un certo punto dovevo star dietro a tutte le cose da cui ero incuriosita quindi ho perso il filo lonely planet e mi sono buttata in un quartiere ´´artistico´´ il famoso 2006. Faccio un giro perlustrativo e per dare ristoro alle mie gambe decido di prendere la metro per tornare fino al centro cittä. Salgo sopra e la fauna era la seguente: vecchia in carrozzella piena di anelli che fissa un punto nel vuoto, due ragazzi maschi avranno avuto 20 anni con un bambino in braccio, una disintegrata che passa velocemente blaterando qualcosa. Ero li ho sfoderato ´l´arma segreta ovvero la nonchalance. Ripetiti queste frasi: tu non sei un ´´turista´´, tu sai dove andare, a te non serve studiare la cartina delle metro perche le sai benissimo, tu devi scendere alla prossima. Questo e´ l´unico episodio inquietante, ci tengo a dirlo, perche non ho avuto alcun problema di adattamento, le persone sono cordiali, multiculturali e tranquille.

Decido di partire da Postdamer Platz, un quartiere futuristico, infatti esci dalla metro e ti sembra di essere dentro un plastico architettonico, prima o dopo qualcuno ti preleverä per spostarti da qualche altra parte, per fare gruppo. Breve visita al Sony Center, video e foto dentro il monumento dedicato all´Olocausto, porta di Brandeburgo e Palazzo del Parlamento.

Berlino ´mi piace con i colori dell´autunno, fa sembrare la citta´ un po´ decadente, chissa se con l´estate le sensazioni cambierebbero.

Decido di farmi la coda, che poi si rivelerä di un´ora secca, per visitare la cupola del Parlamento, con veduta a 360 gradi della city, con il suo verde, che ormai e´ giallo, marrone e rosso.

Proseguo per Unter den Linden, fino a raggiungere lísola dei musei, meta il Pergamon Museum. Solo che i tendini chiedono aiuto, cosi mi concedo un bel currywurst con birra, della serie volevo bere una birretta piccola e mi han dato il mezzo litro, no comment. Naturalmente lo spirito alpino che e´ in me non ce l´ha fatta a finirla tutta, ma diciamo che si e´ sentita. Uh questa cucina tradizionale, domani Mc donalds e coca cola, ma anca no.

Ritorno ad Alexander Platz, per visitare la parte dietro quella verso il girdino, facendo sosta da Dunkin Donuts con tanto di vista sulla piazza, mi piazzo su un mono divanetto e penso, che bello stare seduti in un bar e guardare fuori, senza nessun gesto finto, senza nessun devo, solo tu e la finestra. Ma perche da noi questi posti non ci sono? mah, vai a capire...

E´quasi sera, dopo aver apprezzato il quartiere di San Nicola, faceva molto atmosfera d´altri tempi, non ho nessuna voglia di tornare all´ostello, cosi decido di prendere al volo un battello che fa un tour lungo il fiume Spree, dura tre ore il tempo di vedere un po di citta di notte.

Mi butto e percorro tutto il tragitto con la triade tedesca, ovvero nipote, madre e nonna in visita a Berlino da una citta´ vicina. La vecchia mi parla in tedesco per fortuna la nipote spiaccica qualche parola di inglese cosi conversiamo.

Questa e´ un altra gioia del viaggio, giri solo e non sei solo, c´e sempre qualcuno con cui scambiare due parole, chi per "ah italieno", chi per simpatia, si riesce a far due parole a scambiare esperienze ed opinioni.

La gita finisce, torno verso casa, la mia casa momentanea, ho passato una bella serata, non lo avrei mai immaginato, tu viaggio, mi sorprendi sempre. Diciamo che dopo l´appiattimento dei neuroni degli ultimi mesi, un po di respiro ci voleva, un po di vita, pura e semplice.

Sto bene all´estero, sono gia entrata nella fase "non voglio tornareeee", domani ultimo giorno e dopo grande ritorno.

24 ottobre 2008

BERLINO - GIORNO 1 - TASTIERA TETESCA, WURST E AUTUNNO

Come da solita procedura, per raggiungere la cittä mi sono fatta il mio solito tour di treno, bus e aereo mattutino. Arrivata nel pomeriggio Berlino mi sorprende con i suoi colori autunnali, con gli odori o profumi di wurst ovunque, con una moltitudine di biciclette e con le corse verso il treno tipiche delle metropoli, o semi metropoli.
Sono abbastanza cotta soprattutto perche ho evitato i grandi preparativi che facevo di solito per preparare la valigia, volevo raggiungere il record minimo ovvero due robe, lo spazzolino e via!
La cosa positiva e che oggi mi sono fatta delle belle camminate, macchinetta e lonely planet, come ai vecchi tempi.
Nel tardo pomeriggio, dopo aver constatato che il tedesco mi e incomprensibile, ringraziando qualche santo che ha diffuso l´inglese pure qui, mi sono diretta alla East Side Gallery dove si trova il pezzo piu lungo del famoso muro, pieno di graffiti disegnati sopra altri graffiti e poi giro perlustrativo del quartiere Friedrichshain, zona per lo piu residenziale.
Mi godo il fatto di essere all´estero e libera ín questo momento, ne avevo bisogno, credo che il mio limite sia 6 mesi. Dopo 6 mesi in Italia devo prendere una boccata d´aria all´estero. Wurst o non wurst. Respiro e prendo tutto il possibile poi cado sul letto desfada o "stanca" non perche mi stia annoiando, ma perche tutti i sensi sono pieni di informazioni e di imput. Raccolgo e segno, fotografo e scrivo.
Ora mi alzo e me ne vado dal computer altrimenti mi sembra una sera qualsiasi dopo una giornata di lavoro qualsiasi.

22 ottobre 2008

LA GIOIA DEL VIAGGIO

Quando cominci a portarti in ufficio il cuscino da casa, quando l'unico esercizio dei tuoi muscoli è salire le scale di casa, quando l'ultimo neurone rimasto grida help!, quando ti dicono che i lavori migliori sono quelli a contatto col pubblico, quando ti dimentichi le cose, anzi le resetti (mela + alt + canc) proprio, quando vorresti sbattere la testa contro il monitor, o sbattere il monitor contro qualcosa/qualcuno, quando non sai cosa decidere, prima di chiamare in clinica, vai, parti, vuol dire che è arrivato il momento, quel momento: è ora di viaggiare.

Visto che ho notato di avere tutti i sintomi sopra descritti, ho pensato di prendermi qualche giorno di respiro e resettare un attimo il presente.

Parto, ma torno. Me l'hanno già chiesto se torno (ps: ma com'è che quando parto anche per andare alla festa del vino comunale tutti mi chiedono se torno? mah...). Destinazione europea stavolta, piccola toccata e fuga a Berlino. Città del futuro, città colorata, viva, con divertimenti ed attrazioni per tutti i tipi. E' un bel pò che ci volevo fare un salto, e proprio adesso che ne ho bisogno, me ne vo via per qualche ddi.

Mi ero dimenticata quanto fosse bello ed eccitante, al di là del viaggio stesso, il fatto di preparare la partenza, il Vanity Fair che viene surclassato dalla guida Lonely Planet, il count down come se fosse l'ultimo dell'anno, anzi di più! Tutta questa emozione mista a voglia di esplorare, mixata con la voglia di camminare, con un pò di voglia di cambiare, ecco tutte queste voglie sono per me il viaggio. Qualche giorno di colore in questo autunno grigio padano.

15 ottobre 2008

THE IMPORTANCE OF BEING NAKED

Anche quando si ha l'insonnia si fanno scoperte interessanti, ergo stanotte ore 05.00 ero sveglia davanti alla tv, più precisamente MTV ed ho visto questo video, qui sotto. Ho fatto un pò di ricerche e questa cavolata demenziale porta i nomi di David Byrne (Talking Heads) e Fatboy Slim, mica tanto cavolata. Ovviamente il video sarà super censurato di giorno causa possibili "scoperture" (quali?) e chissà quali messaggi subliminali mandati da uomini nudi. Io l'ho trovato semplicemente divertente e non volgare. E dopo...Fatboy Slim....

09 ottobre 2008

MARE, POP CORN E PANTALONI A ZAMPA



Mamma mia! Ho visto il film. Mi aveva incuriosito il fatto che fosse stato un musical (sarà un pacco come Evita? Oppure un film pre-sonno tipo Chicago?), un musical che, lo scoprirò poi, ha incassato di più nella storia del cinema.

Mi aveva incuriosito la trama, lei che si sposa e che vuole accanto a sè il padre sconosciuto, ma quale sarà il vero tra i tre presenti?

E poi Meryl Streep. Un'attrice fantastica che sa mettersi la salopette e rotolare sul tetto di una casa greca cantando proprio mamma mia successone degli ABBA, anzi per fare sul serio dovrei scrivere la B rovesciata.

Comunque con la paura tipica del pre-musical mi metto seduta e mi godo lo spettacolo, paesaggi da favola (la Grecia), una musica stupenda (guai a chi non batte il tempo anche solo con un dito), un mix giusto tra canzoni e recitazione, un lieto fine.

Pienamente soddisfatta di questo piccolo fiore del cinema, così comico e mai banale, ha superato perfino il trailer test ovvero quando tutte le battute più comiche di un trailer sono condensate nella prima mezz'ora di film e la restante ora viene dedicata esclusivamente ai pop corn. Risate continue e soprendenti, gag divertenti accompagnate da musiche frizzanti e ritmate.

Ho riscoperto gli ABBA e oggi, via di cd, inoltre con i sottotitoli in italiano durante le canzoni, ho fatto un ripassino di inglese, il che non fa mai male.

How can I resist you?

21 settembre 2008

IL MIO MATRIMONIO



Il rito matrimoniale per eccellenza è il pranzo o la cena post cerimonia, l’incontro/scontro dei vari parenti, amici, conoscenti che si mescolano e trovano argomenti di discussione per far passare allegramente le 5 portate.

E’ inevitabile quindi che al matrimonio di una coppia di amici, l’oggetto delle discussioni passi direttamente al futuro matrimonio dei partecipanti. Così, ecco subito formarsi le categorie:

- coppie novelle che non ci pensano proprio
- coppie novelle che “non è ancora il momento”
- coppie già salde che “sarà nel 2009” oppure “sarà tra 3 mesi”
- i single a fine tavolata che disquisiscono su quanto sia buono il vino rosso in tavola (un vero Valpolicella Doc, per la cronaca) e vengono coinvolti in questo quiz toto-spòsati o toto-sposàti.

Sempre per la cronaca, io appartenevo al gruppo dei single, quelli posizionati tutti assieme dopo le coppie; i single oppure anche i cosiddetti marziani o alieni. Sì, perché su alienilandia non ci si deve sposare per forza oppure non c’è una scadenza della serie “il matrimonio deve essere fatto entro i 25, tu ne hai 27 sei out!”. Su alienilandia non si è nemmeno costretti a sentire tutte le supposizioni alla mago telma del tipo “mah tu sarai la prossima me lo sento”, oppure “mai dire mai, magari nel giro di poco …”, ecc ecc (alcune le ho rimosse appannata dal gusto fruttato del mio bicchiere).

Volevo fare pure delle foto alle particolari espressioni facciali dei commensali dopo la mia massima “beh, ma guarda io non credo che ci si debba necessariamente sposare nella vita”. In quel momento ero troppo verde per stare sulla terra, oppure le mie orecchie erano troppo a forma di punta per poter stare a tavola con degli umanoidi fidanzati.

Poi, tra un primo ed un secondo, ho riflettuto un po’. Ma cosa significa questa parola? Perché è così importante, anzi direi è fondamentale?

Sembra quasi che nella vita ci siano dei percorsi obbligati, che tu devi assolutamente seguire oppure se prendi altre strade allora sei il solito fanca**ista che non vuole concludere nulla nella vita. O bianco o nero. Menomale che ci insegnano da sempre a far caso alle sfumature e a non pensare nettamente, tranne per alcuni argomenti, tipo matrimonio, mutuo e figli verso i trent’anni. Va a finire che, anche se non ci pensi a tutto questo meccanismo, ti trovi dentro per forza e ti fai delle domande che non ti avresti mai fatto in altre condizioni.

Siamo troppo tradizionalisti, troppo attaccati a quelle 4 cose che sono ritenute da tutti fondamentali. Non si tratta di essere negativi oppure di escludere delle possibilità a priori, anzi io credo fermamente che si possa convivere e condividere con un altro dei bei pezzi di vita insieme, ma non vorrei vedere intorno a me i casi clinici post tradizione ovvero quelli che si stanno per sposare poco convinti, ma ormai hanno un’età in cui devono mettere la testa a posto (cosa vuol dire poi?), oppure quelli fidanzati da decenni che si trovano in chiesa e non sanno quasi il perché, incastrati e frustrati già da giovani, però ufficialmente sposati.

Vorrei essere sicura che questo sistema non crei danni e confusione, invece di invitare alle sane e consapevoli decisioni, anche se possono far male, anche se questo vuol dire ribaltare completamente la propria vita a discapito di una certa posizione sociale, riconosciuta da tutti e sicura, forse solo di facciata, magari dentro crolla tutto, magari dentro di te non volevi proprio ma era meglio così. Era la scelta più giusta da fare.

18 settembre 2008

AFTER FUNKY HEADACHE








Yeri sera, o meglio stamattina, mi trovavo alle ore 00.45 ancora in tangenziale...come mai?avevo fatto qualche straordinario per fare carriera? no. avevo incontrato l'uomo della mia vita all'uscita del supermercato? no. avevo già mal di testa? si. Perchè? perchè ero al funky party più fico dell'anno. Jova concerto e Jova adrenalina. Grande spettacolo, come sempre per i suoi concerti, musica da far saltare e musica da far ballare. Electro Jova Shock. Posso capire che la sua musica sia discutibile, i testi pure, non parliamo della voce, lui stesso l'ha ammesso durante una pausa che non era in gran forma diciamo così, però di sperimentatori musicali e testuali ce ne sono pochi in giro. Un mix cosi potente di energia, amore, musica, parole, concetti e movimento non si trova tutti i giorni, roba che ti resta l'adrenalina addosso per il giorno seguente, che non vorresti mai andartene dall'Arena, che vorresti svegliare tutti i tuoi amici sognanti dicendogli "eeeeallooooraaa balliamo! dunz dunz dunz dunz". Ecco, prima di convincermi a prenotare quattro giorni in clinica, ho pensato che non ero poi così folle, ma che ero stata rapita dalla forza della musica. E' fantastico vedere come lei ti smuove dentro delle cose indescrivibili. Io l'amo. La musica. E amo i concerti. Vorrei superare le barriere della sicurezza e andare a suonare sul palco. Schitarrare fino a notte fonda. Avere i timpani intorpiditi tanto da non capire più niente. Senza aggiunta di sostanze, ma solo con La Musica. Aveva ragione Giuni quando cantava urlando AAAAAdrenalinaaaaa. Insomma, un piccolo resoconto after party funky di Yery, 18 settembre, Music Adrenalynic Day, Jovanotti all'Arena di Verona.

A breve foto e video del rapimento consensuale.

11 settembre 2008

UN GIORNO AL FESTIVAL

Racconto del 6 settembre 2008

E’ un caldo sabato mattina di settembre e la sveglia suona incredibilmente alle ore 6.00.

No, non devo essere pronta e fresca per una vacanza spaziale, nemmeno andare a prendere l’uomo della mia vita all’aeroporto, semplicemente seguo alcune passioni: il viaggio e la letteratura.

Spesso correre incontro alle proprie passioni richiede un po’ di sacrificio, infatti, non mi alzerei mai alle sei di mattina di lunedì, ad esempio, ma di sabato sì, potrei anche farlo, soprattutto se la meta è gustosa ed entusiasmante.

Dopo aver percorso ancora una volta la tangenziale (mi vedo già i miei nipoti tra 50 anni che mi chiedono “hey, nonna ma dove sei stata di più nella vita?”, ed io “eh, caro mio bel piccino, in tangenziale amore mio, è stato il mio viaggio quotidiano”), arrivo al punto d’incontro “svalvolati Verona-Mantova” e si parte, destinazione: Festival Letteratura 2008 a Mantova.

Per varie esigenze si decide di passare solo una giornata al festival, organizzandosi gli incontri in modo da far coincidere gli eventi alle proprie passioni.

La prima di queste: il viaggio. Trovo sempre interessante ascoltare chi parla di viaggi, perché è curioso vedere come ognuno vive diversamente questa esperienza, tra imprevisti, percorsi e scoperte. Così non poteva mancare l’intervento di Patrizio Roversi che accompagnava Telmo Pievani, parlando di Darwin, quello strano ragazzo che non avrebbe combinato nulla nella vita, ma che avrebbe rivoluzionato il concetto dell’evoluzione, proponendo la sua teoria, destabilizzante sicuramente per quell’epoca, ma anche per i giorni nostri, la rivoluzione di tutte le teorie di chi crede e crede a cosa.

Il secondo evento, nel pomeriggio, prevedeva il buon Odifreddi, “matematico impertinente”, parlarci del cammino di Santiago, soprattutto il percorso dei non pellegrini, o meglio di chi non parte mosso da un vero sentimento religioso. In effetti mi interessava questo aspetto, ovvero perché una persona poco o niente religiosa, si incammina per chilometri e chilometri, zaino in spalla verso una meta. Quale? Il tema del viaggio ritorna sempre: il viaggio religioso, il viaggio pellegrino, il viaggio spirituale, il viaggio fisico, il Viaggio.

Alla fine della giornata ci sentivamo ricchi di cultura, roba da andare al centro commerciale per purificarci un po’, per non sentirci totalmente lontani dal modello dell’italiano medio, che guarda Veline con un bel boccale di birra e varie.

Durante questo tipo di eventi mi piace sospendere la partecipazione personale per dare un’occhiata alle persone che ho attorno, gente che mescola visione ed ascolto, presa dentro il vortice della curiosità, della motivazione, della passione. Si può dire che è anche il Festival dell’ascolto, infatti è raro trovare una massa di persone che ascolta con attenzione; per qualche ora si sospendono le proprie tragedie personali e si presta attenzione a qualcosa di non quantificabile e di non “euribile”, il pensiero.

Poi, sempre parlando dell’italiano medio, partecipando a questi festival si riscopre una parte di italiani che viene spesso maltrattata ed ignorata. Un gruppo eterogeneo che interagisce ed agisce, spinto da un interesse comune e l’interesse non è trovare la velina più avanti, nemmeno sapere in anticipo i risultati della champions. Sono convinta che i media ti mostrino un’immagine scelta, altamente selezionata, non solo dei fatti, ma anche delle persone. Siamo tutti calciofili, tutto osservatori di bionde super dotate, tutti disinteressati alle paraolimpiadi, tutti mediocri e senza stimoli.

È così che fa comodo essere, è così che non siamo. Il famoso detto “tutto nasce dal basso”, si rivela ancora una volta vero. Dal basso, tra la gente, si scoprono molte variabili e molte qualità che nessuno metterà in pratica mai, perché prima o poi ti fregano, perché sei solo un numero, perché sei solo, perché il nemico è sempre in giro, perché chissà cosa succede.

Eh sì, chissà.

05 settembre 2008

ETA' LIMITE

L'altra sera ho rivisto un bel film: "Million Dollar Baby". Crudo e pesante alla fine, ma sviluppato su una storia densa di fatti, di persone, di incontri e di occasioni.

A parte i molti temi trattati nel film, che però vorrei tralasciare per non cadere nella depressione del venerdì, mi ha colpito una frase che Frankie dice alla giovane Maggie, che è piena di speranze e freme per una voglia di riscatto, ossia che è troppo vecchia, a 31 anni, per cominciare la sua carriera nel pugilato.

Durante il film si viene a sapere che questo suo sogno sarebbe il coronamento di un suo desiderio, un poter concretizzare una sua passione, un modo per dimenticare il passato con le sue delusioni.

Allora mi sono chiesta: c'è davvero un'età per tentare di realizzare i propri sogni? C'è un'età limite per fare determinate cose?

Se penso che per il visto Working Holiday australiano l'età massima è di 30 anni, oppure alla Fnac dove si può godere della tessera "giovani" fino ai 26 anni, forse sì, c'è davvero un limite. Un confine tra giovane ed adulto. Non bastava solo il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, ora anche quello dalla giovinezza all'età adulta.

Insomma siamo pieni di limiti e di confini da oltrepassare. Menomale.

Su vari siti e forum di viaggi, si trovano le più varie esperienze di cambio vita e di svolta. C'è chi inizia da giovane e sa che non vuole assoluamente diventare un impiegato comunale, c'è chi si stufa a metà percorso lavorativo e pensa che, forse, non era quella la vita che voleva, c'è chi ha percorso la strada riflessa dei propri genitori, cambiando direzione dopo la consapevolezza. C'è la persona che ha lavorato una vita (un modo educato per dire "l'anziano", senza dargli una connotazione negativa) e che pensa di proseguire le sue esperienze di vita all'estero, comprandosi un camper per viaggiare oppure trasferendosi in quella solare casetta fronte mare.

Allora mi chiedo, dopo tutti questi vissuti, c'è ancora un limite d'età per fare determinate esperienze? Oppure i desideri non invecchiano quasi mai con l'età?

22 agosto 2008

MADONNA CHE VIDEO!

Non può mancare nel book dei CD la "Madonna compilation". Da "Vogue", a Papa don't preach", attraverso "Ray of Light", "Frozen" e "Live to tell", una carrellata di questa 50enne ancora in gamba, e che gamba! Di sicuro lei non si mette l'alga come noi povere mortali oppure non fa mezz'ora di bici la sera per "sciogliere un pò", resta il fatto che si mantiene bene e produce ancora musica, dopo moltissimi anni di carriera. Certo la qualità forse tende a non essere altissima, non è più l'epoca in cui ogni suo disco cambiava le mode e i look per qualche mese, però di sicuro fa parte della storia della musica.

Queste le adoro...





Coming soon due nuovi posts: "Il lavoro di gruppo" e "Dalla villa all'Ikea in 5 mosse".

31 luglio 2008

COME SMETTERE

Qualche giorno fa ho avuto una breve discussione, con una persona, sul fatto di viaggiare. Stavo sparando idee di viaggio a destra e a sinistra, quando questa mi guarda e mi fa: ma non ti sembra di aver viaggiato abbastanza quest'anno? Io: no.

Non ha proprio capito. E' come se dovessi espiare una colpa per essere andata in viaggio questo inverno in Australia. Certo, bisogna dire che non ho nemmeno le possibilità per viaggiare ogni mese o meglio quando voglio, però questo "viaggio abbastanza" non riesco a comprenderlo.

Ognuno ha i suoi bisogni, c'è chi desidera ardentemente l'Iphone, la biondona della pubblicità, l'ultima giacca di Armani, oppure l'ultimo tele-video-cito-fonino. Io no. Io desidero viaggiare. E' una spinta che nasce da dentro e che è insaziabile.

Oltre a chi non è riuscito a superare l'invidia di questo mio viaggio passato, non considerando che sono stati fatti dei sacrifici per poterlo fare, c'è stato anche chi mi ha detto "non ti sembra di avere fatto tante vacanze?" oppure anche "tu non ti accontenti". Esatto hai ragione. Io non mi accontento. Non mi basta una settimana a Gabicce Mare (che non faccio dal 1989), durante l'estate, per poter "tirare avanti" tutto l'anno. Ho bisogno di stimoli continui, che vengono saziati col viaggio.

Per me la vacanza è stare sul balcone a leggere il libro, è andare a fare vasche in piscina, è non avere tempo, invece fare un viaggio è tutta un'altra cosa, è un'esperienza a 360 gradi, è un cambiamento continuo.

Tutto questo per dire: di fare vacanze, riesco a smettere; non riesco a smettere di viaggiare.

30 luglio 2008

NON PIU'

Non aggiorno più, mi dicono. E'vero. Non ho niente di eccitante da dire e raccontare in questo periodo, oppure sono solo presa dagli eventi e non ho il tempo di prendere note, riassumere, pensare, scrivere.

Comunque, tanto per aggiornare un pò la mia trip-vita, posso dire che sono molte le cose che non faccio più:

- non dormo più nella stessa casa
- non ascolto più i dischi causa scatoloni ed imballaggi
- di notte i vicini non fanno più casino, anzi c'è un silenzio totale
- non ho più la connessione ad internet al weekend
- non sogno più, ma programmo
- non attendo più, ma mi butto
- non aspetto più, ma costruisco
- non elimino più le idee più strane, le studio
- non penso spesso alla gelateria, ci penso poco in effetti
- non ho più strade precostituite, ma da tracciare
- non ho più il peso del passato
- non ho più idee di viaggio fino al prossimo inverno
- non mangio più i cannoli siciliani da circa una settimana

Ergo? Nono sono diventata un fantasma, ma ho solo cambiato casa. Ora apro la finestra e vedo i colli, le montagne, i vigneti :), i colori, il vento, il silenzio.

Poteva mancare l'angolo musica? No. Ecco quindi un bel video tipicamente anni ottanta Space Age love song dei Flock of Seagulls. Come faccio a scoprire tutte queste canzoni 80iane? Semplicemente grazie a San ITunes e alle radio on line, in questo caso 977 fm the 80s channel. Non dico altro.

23 luglio 2008

W I R.E.M.!


C'ero anch'io!!! Ecco l'articolo tratto da un giornale locale, secondo le fonti in Arena di Verona, lunedì 21 luglio 2008 eravamo in 13.000, che atmosfera! Pezzi storici, più o meno conosciuti, Michael Stipe gran catalizzatore, un forte affiatamento tra i membri del gruppo. Magia pura.

04 luglio 2008

Live music!

Jova Tour summer 2008.

Un sacco di grandi concerti live per l'estate 2008, Jovanotti, Elisa, R.e.m., Ben Harper, tutti vicinissimi tra l'altro. Quindi? Buona musica live, per ristorarsi dall'afa abitudinaria.

28 giugno 2008

VERONIKA E IL QUOTIDIANO



Stai sereno ad Airlie Beach, sulle note di Giugni Russo...

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Mentre si lavora e si vive normalmente, capita di sentirsi risucchiati dal meccanismo. Quel meccanismo che ci sfrutta, ma a cui siamo legati per poter andare avanti, per avere dei soldi, per fare benzina, per avere un ruolo nella società e mille altre storie mentali.

Mi è successo qualche giorno dopo essere tornata dall'Australia, camminavo al fresco in pausa pranzo in un centro commerciale e subito mi sono vista dall'alto. L'altra me-alta mi guardava e mi diceva "ma che cosa ci fai li?". E li, lo sprofondamento. Non è stata una bella sensazione, anzi. Sentirsi risucchiati da un vortice incontrollabile e cadere giù, infatti giù, ma dove?

Per farla meno tragica di quella che sembra leggendo le precedenti righe, penso solo a quante volte mettiamo da parte i nostri desideri reali per lasciare spazio alla vita che siamo abituati a vivere. E' così, è sempre stata così, perchè dovrebbe cambiare?

Meglio lasciare stare queste storie, si vive meglio senza particolari ambizioni. Ecco, questo è il pensiero comune. Non è più il mio pensiero però. Proprio ieri si parlava del più e del meno, e mi sono detta a volte c'è la necessità di fare delle scelte radicali.

Sembra un paragone banale ma: perchè ci facciamo la ceretta invece che usare la lametta ed il silkepil? Per fare una scelta radicale che elimini per un pò di tempo gli inutili problemi.

Scelte radicali.

Ho finito di leggere "Veronika decide di morire" di P.Coelho, altro titolo tragico che invece rivela una valida esperienza di viaggio interiore. Mi sono piaciute queste frasi che riporto di seguito.

«E' grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. E' grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo, no ha creato una sola foglia identica a un'altra. Ma tu ritieni che l'essere diverso sia una follia, e perciò hai deciso di vivere a Villete. Perché qui, visto che tutti sono diversi, diventi uguale agli altri».

"Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te."

"Mantenetevi folli e comportatevi come persone normali"

Quest'ultima in particolare. Non so perchè ma mi rispecchia molto. Dentro folle e fuori normale. Folle non nel senso che dopo vado in centro e scippo la vecchietta sul marciapiede, ma nel modo in cui si vedono e vivono le cose, senza lasciarsi fagocitare dal sistema, senza dover scendere troppo a compromessi, dicendo ed urlando, se serve, ciò che non sopportiamo più, mantenendo il giusto distacco.

Qualcuno un bel pò di tempo fa mi disse una frase molto utile "se sei un pò dentro ed un pò fuori alle cose, le vedi meglio e non ti fai trasportare troppo quando non serve".

E' vero.

15 giugno 2008

C'E' CRISI NEL QUEBEC



Sempre sul tema "crisi dell'uomo contemporaneo", dopo avere visto qualche tempo fa Le invasioni Barbariche, ho deciso di continuare il filone Arcand con la visione di L'età barbarica. Un film meno triste del primo, in cui il finale prendeva una direzione davvero sorprendente; qui c'è sempre un'amarezza di fondo, ma con degli episodi davvero grotteschi. Non mi dilungo con descrizioni ed aneddoti, il film è tutto da scoprire, quello che più mi ha sorpreso è il fatto di entrare anche per un momento nella nostra testa, in modo universale: il mandare a quel paese un marito/moglie diventati sconosciuti, oppure tutto quello che vorremmo fare ad un'autorità (capo, ecc ecc) con una mossa alla Kill Bill. Certo, si tratta di delirio puro, in tutto il film ogni sensazione è portata all'estremo, ma va a colpire un pò il pensiero di tutti. Che poi non lo si realizzi e resti solo una fantasia è un altro discorso. Dopo tutto un film è fatto anche per proiettare e far realizzare finalmente il nostro quotidiano, a volte limitato e limitante. W il noleggio DVD!

11 giugno 2008

A TUTTO BUGO!



Bugo, chi è costui? Considerato da certi un genio, da altri un giullare, è comunque un frullatore di idee e deliri. L'ho scoperto da poco con questa canzone.

08 giugno 2008

LE CANZONI PARLANO DA SOLE

A volte le canzoni parlano da sole, come questa che dedico a tutte le persone false che siamo costretti a frequentare oppure a sopportare, during our lifetime. Iodio.

27 maggio 2008

OROSCOPO

Solo un piccolo link al mio oroscopo...che strane idee e coincidenze...BILANCIA.

SEA, WAVE, WIRELESS



Dopo qualche settimana di lavoro intenso, più il voler ed il dover fare economia, ad un certo punto mi son detta ebbasta con sta economia!, era arrivato il momento di partire.

Destinazione: Mare.

Ho battuto il record dei preparativi pre-partenza ovvero un quarto d'ora tra metti e stringi dentro lo zaino, grande amico e compagno di avventure, che bello rivederlo e partire insieme. Guarda ti adoro zaino, hai battuto pure il mio soffice cuscino che mi sorregge quando la testa mi cade dentro il libro di Coelho e dopo mi cade e basta e da li il nulla.

Anche solo fare uno zaino è stato quasi adrenalinico, quando non lo fai per qualche tempo poi cadi nel torpore domenica-gelato-e-vasca-in-centro e corri il rischio di non uscirne più. Basta anche un piccolo viaggio, ma che abbia in sè tutte le caratteristiche del viaggio. Andare, partire, senza tanti tentennamenti e senza tanti "se" legati al posto, al tempo e a mille altre cose.

Così, si parte. Come Thelma e Louise, macchina e via. Via sull'autostrada fin che la benzina non ci separi.

Tre giorni di mare friulano, solo acqua, vento, nubi, nessuno, ping pong, birre, camminate, spiagge, onde, bassa marea, granchi visti da vicino, meduse ko sulla riva, spaghetti, vongole e vino bianco.

Che bello andare nei luoghi fuori stagione, quando riesci ad assaporarteli e a gustarteli.

Mi sono fatta un bella dose di mare, soprattutto di nulla, di nulla e di mare.

Ho pensato ad un bel collegamento wireless su un tavolino li con le onde del mare come sottofondo, wave, wireless, wave, wireless, work, wave, wirless, wonder, woman, wave, wireless...

Fine del weeend.

18 maggio 2008

E PARTO SENZA LA VOGLIA DI TORNARE...



Viaggi. Viaggio. Se ne parla sempre. L'argomento ritorna sempre.

C'è chi parte, chi resta, chi sparisce, chi è in viaggio in questo momento e si diverte, chi è in viaggio e gli manca casa, chi dice "casa? what is casa?", chi pensa al viaggio ma è a casa, chi vorrebbe ma non può, chi è a corto di soldi, chi non ci pensa mai, chi vorrebbe ma ha scelto di vivere verso tutt'altra direzione.

Sono sempre più convinta che viaggiare faccia bene, soprattutto per la costruzione di se stessi, a partire dalle semplici frasi che ci diciamo durante un viaggio all'avventura, tipo "muovi le chiappette", "trova una soluzione" oppure "era tutto quello che desideravo".

Durante il viaggio si fa i conti pure con se stessi. Con i nostri buchi neri, pure con le paure e con i dubbi. Ci si guarda da fuori e si vedono due persone diverse, quella a casa e quella in viaggio e da li sorgono le domande.

Perchè in viaggio sono piena di vita?

Perchè qui trovo difficile cercare nuovi stimoli?

Perchè quando sono in viaggio non vorrei mai tornare?

Perchè al ritorno dentro una vita normale, vivo solo a metà?

C'è una parte di me che segue il percorso naturale ed abitudinario delle cose, l'altra parte che resta ancora ammaliata dalle persone che girano con lo zaino, non me ne frega niente delle vetrine super chic del centro, vedo due ragazzi con il loro zainetto e la loro mappa e resto immobile, li osservo. Il mio vero io è la dentro, il mio falso io è l'impiegata che si reca al lavoro e tiene in piedi tutto.

Però, la sensazione non è più quella di un tempo, il "vorrei ma non posso", ora è solo "posso".

Che ridere oggi il messaggio di un'amica in viaggio "mi sa che non torno più". Eh, sì, sì, mi sembra di averla già sentita questa frase. Te l'ho detta io qualche tempo fa e tu mi dicevi pensaci bene, ora tu mi scrivi messaggi pieni di aforismi e metafore "il nostro mondo è troppo piccolo e limitante" ecc ecc ed io sorrido.

Sembra strano perchè quando sei in viaggio pensi pure diversamente e quando rientri nel quotidiano e nella routine, totalmente dentro il meccanismo, quasi non ti permetti più di pensare "ma questa vita mi va ancora bene?". "Certo, mi deve andare bene, per il mutuo da finire, per mettere via i soldi, perchè non posso lasciare il mio lui, ormai stiamo insieme da dieci anni non vorrai mica che ci lasciamo?, perchè al giorno d'ggi un lavoro sicuro dove si trova? e via cosi....

Poi si viaggia e durante il viaggio si pensa a tutte queste paranoie, che durante la real life sono dilemmi, mentre in viaggio sono solo storie mentali.

Schiacciati dal meccanismo non si pensa più al nostro vero istinto. Perchè per i non malati di "viaggite", viaggiare vuol dire solo perdere tempo, consumare ferie, soldi, non avere nessuno ritorno materiale, vuol dire che non hai voglia di lavorare, che vorresti essere sempre in vacanza.

Non è vero.

Ci pensavo durante la mia vacanza in Australia, al decimo giorno mi sembrava strano non lavorare da dieci giorni, figuriamoci non lavorare per tre settimane circa. Era dal 2005 che non mi succedeva. Ci ho pensato bene e sono rimasta sconvolta per qualche minuto.

Mi sono vista formichina del Nord Est dedita alla produzione e al guadagno, al risparmio e al consumo.

Nasci con questa mentalità talmente radicata, che non ti rendi conto quanto sia un modo per annullare molta della nostra interiorità per dare spazio agli assegni, agli stipendi, ecc ecc.

Qualche tempo fa in una discussione con Ettore abbiamo realizzato che avremmo voluto provare a fare le artiste di strada ad Edimburgo. Può sembrare irreale, ma era un modo ironico per dire che avremmo voluto solo per una volta nella nostra giovinezza tentare di fare qualcosa solamente per diletto o per divertimento, invece di seguire il metodo nord est inculcato per anni da nonni, genitori ed altri ovvero: "studia e trovati un lavoro, ti serve per pagarti le rate del mutuo. La tua vita sarà cosi per altri 40 anni, la vita è questa che vuoi di più?".

E' il solito dilemma, a proposito, trovare il modo di unire il piacere col dovere, almeno di provarci e di non fare "silenzio, orecchie basse e produrre" (tradotto "tasi e rece basse, laora").

Abbiamo tempo altri 30 anni per sopportare il nostro capo oppure per sopportare tutto quello che soppportiamo in nome di...(inserire una parola a piacere).

Stiamo vivendo la nostra vita oppure il modello che ci tramandano da anni?

16 aprile 2008

MUSICA, LOOP & ELEZIONI



Chi mi conosce sa che, purtroppo, quando mi piace una canzone sono capace di ascoltarla in loop almeno miliardi di volte, altro che put a record on!. La cosa buffa è che "costringo" chi sta in macchina con me ad ascoltarla in loop, li frego dicendo senti che bella questa, ma poi è sempre quella. Insomma la macchina è mia e me la gestisco io.

E' stato così per Torn di Natalie Imbruglia, per Sono come Sono dei Bluvertigo, Amore Disperato di Nada, Milva (ebbene sì, queste alcune mie "perversioni musicali") e moltissime altre. Spesso è la musica e la melodia che mi prende, altre volte i testi, così particolari, così espressivi, che sanno già loro cosa dire al posto tuo.

Ecco mi piace quando nelle canzoni trovi le risposte. Ti fai mille domande tipo "avremo altri cinque anni di prime pagine sulla stampa mondiale? riusciremo mai a non farci più ridere in faccia all'estero? ci sarà una trilogia del nano malefico?.

Poi nelle canzoni trovi tutte le risposte, tranne quelle alle domande senza senso, vedi sopra. In poche righe c'è tutto. La nascita, la rinascita, essere up, essere down, tainted love, ecc ecc.

Non ci resta che aggrapparsi alle poche cose che ci rimangono per vivere decentemente. E' il mondo dei sogni? No, un pò è il mio mondo, perchè quello reale non mi piace, non ci voglio stare dentro, piuttosto sto fuori, ne creo uno alternativo, ma non per questo chimico o asociale.

Sono Mafalda che guarda il mondo dall'esterno, non mi piace la minestra, nemmeno quella riscaldata, qualsiasi marca sia, la minestra è sempre minestra, non c'è nulla da fare. Mi dispiace per quelli che ci credono ancora, ma in fondo non tanto. Ognuno si proietta a modo suo.

Fine dello scrutinio.

05 aprile 2008

2.0 AUSTRALIAN VIDEO!

Ecco un nuovo video, qui.

Tema: Mardi Grass 2008. Città: Sydney - Australia. Divertimento: assicurato. Caduta di eventuali pregiudizi rimasti: assicurata. "Lutto": elaborato. Nuovo pensiero verso il prossimo viaggio: continuo.

31 marzo 2008

E' PRATICAMENTE OVVIO CHE... RITORNINO!

L'immagine “http://www.spaghettitaliani.com/Musica/Biografie/Bluvertigo03.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Così, mentre su Vanity Fair i due divi di Hollywood corrono veloci tra Bondi Beach e Coogee a Sydney, qui, nella pianura, si fa eco una notizia sconvolgente, ma molto interessante.

Il ritorno dei Bluvertigo.

Capisco che è una cosa personale, niente di paragonabile al cambiamento di look di Berlusconi oppure ad altre fantasmagoriche "nius", ma qui si parla di musica elettronica, di anni 80, di gente che suona da paura, di live da delirio puro, di canzoni italiane che hanno un senso, di condivisione della musicassetta di Metallo Non Metallo al liceo, ecc ecc.

Eccoli, di nuovo. Morgan, Andy, Livio, Sergio. Li rivedremo in onda su MTV il 12 maggio 2008 nella terza puntata di Storyellers. Dalle fonti internettiane sembra sarà presentato un nuovo singolo e verranno riproposte in chiave acustica alcune canzoni più celebri.

Piccole gioie di vita quotidiana.

28 marzo 2008

ORDINARY WORLD

Ritorno in patria. Le porte australiane sono chiuse. Le porte italiane sono aperte. Il tempo ripara tutto dicono. Dicono. E' vero. Pian piano i ricordi sfumano. Le sensazioni non sono piu' cosi vive come i giorni precedenti. Tutto prende la forma di un vero e proprio ricordo. Ok, mi dico. Capitolo chiuso.

Poi faccio due passi in città di sera, mi basta vedere una tipa qualsiasi con lo zaino che gira per pensare che non è poi cosi' chiuso, questo capitolo australiano.

Oppure, clicco sull'icona delle Strategie Oblique, tento, vediamo che succede, senza nessuna apsettativa, è solo un gioco, esce la frase "E' finita?".

Oppure corro ai 70 all'ora sul tapis roulant in palestra, corro, corro e sudo, tento di ricreare il clima tropicale, ed uno scemo alla radio dice "Dai Antonella, in fondo ti trasferisci a Milano, non è poi cosi lontano, neanche fosse l'Australia!".

Carica, carica.

Poi vedo un amico che mi chiede come va, ed io bene, sicura?, certo!, mi sembra sempre peggio questa operazione chirurgica di chiusura. Zio Bono, che male, se ghe penso. Una frase cosi, diretta, in lingua madre, ma vera.

Poi mi viene da ridere pensando che, la sensazione è quasi la stessa, ma non mi manca un uomo, mi manca una parte di vita che poteva essere una possibilità migliore. Non poteva, ma potrebbe, infatti il capitolo non è chiuso, è momentaneamente messo da parte. Dentro, una voglia di scavalcare le montagne, mai vista prima. Devo sfruttarla, metterla in pratica.

Così, tra una bolletta e qualche cambiamento di vita minimo, intanto mi bevo un bicchiere di rosso e penso "When I was young I never needed anyone....".

Mi fa troppo ridere questa scena...

26 marzo 2008

1.0 AUSTRALIAN VIDEO!

Nel pieno del mal d'Australia, sempre che esista, ma si fa sentire ovunque, metto il primo video, un pò di immagini per quelli che non ci credono ancora perchè non hanno visto le foto.

17 marzo 2008

THE END



Sono le ore 00.32 qui a Melbourne , questa e l ultima notte in australia, domani prendo l aereo e me ne torno a casa. Nono mi vengono molte parole, anzi, ho un bel magone, adesso vorrei essere un uomo, quelli che guardano il calcio con la birra in mano e se ne fregano di tutto.

Invece no, sono qui che non riesco a dormire, ho in mente mille pensieri, mille persone, mille fatti accaduti, mille volte in cui ho riso con persone che avevo conosciuto la sera stessa, le volte in cui mi sono capitate delle sfighe, le volte in cui il viaggio mi ha sopreso quando avevo dei cali, alcune persone che non ho fatto in tempo a conoscere e che mi dispiace proprio non avere avuto il tempo di approfondire, le volte in cui mi sono sentita libera per la prima volta in vita mia, completamente, senza vincoli di alcun tipo, morosi, amanti, genitori, amici, solo io e quello che potevo fare.

Potevo decidere all`ultimo secondo di salire su un aereo per dare e avere ancora delle possibilita, potevo decidere di prendere una barca (prendere, facciamo salire va) ed essere in mezzo all`oceano, nella foresta, in mezzo al mondo, in mezzo a sconosciuti che parlano una lingua diversa dalla mia, che certe volte fin che seguivo il discorso io ero ancora li a pensare al verbo e alla forma della frase, potevo scegliere cosa fare di me e del mio tempo, dovevo gestirmi ed organizzarmi completamente, ma questa era la liberta con i suoi pro e contro.

Ho cambiato piani, ho cambiato idee, ho cambiato modo di pensare su certe cose, ho anche violato la regola numero uno del viaggiatore ``attenzione ai legami``, capendo che si e mica di plastica e che magari vivere fino in fondo vuol dire anche questo, essere seduta qui in una bettola messicana di Melbourne, ripensando a quello che e stato. E stato grande, e stato mitico. Era la strada giusta da compiere, anche se solo per qualche settimana.

Mi sono sentita persa e non stavo male, ero da sola e non stavo male, ero libera ed ero felice, e poi perche ero, questo viaggio mi si e stampato sulla pelle, come un tatuaggio. Queste cose penso proprio che me le riportero a casa con me.

Oggi vagabondavo a Fitzroy, un interesante quartiere bohemien di Melbourne, sembrava di essere negli anni ottanta, da tanti colori che c erano. Ho trovato molti negozi `gustosi`, primo tra tutti un bel negozietto di strumenti musicali, dove ho parlato ad una Gibson da 700 dollari, sei bellizzima, le ho detto, ecco se c e una cosa che mi e mancata qui e stata la mia chitarra elettrica, ho trovato molte panchine e molti posti dove una suonata ci sarebbe stata. Poi, piu avanti ne ho trovato un altro, di vinili e cd second hand, ora immaginatevi me che entra in un negozio dove i cd costano 10 dollari australiani, roba da far smagnetizzare la carta di credito! Comunque sono uscita con qualche CD, Califonication che avevo in musicassetta, pensa te! con la mitica Scar Tissue, che fa molto viaggio e poi Celebrity Skin delle Hole, che e molto decadente, in linea col quartiere e fa molto America, tanto per cambiare...

Chiudo qui, cerco di dormire un po, tra la confusione generale, tanto per non far diventare questo post il post delle viaggiatrici depresse che tornano a casa, che poi come direbbe Silvio `non e cosi!`.

Sono partita con un bagaglio di bisogni e torno a casa con una valigia di sogni. Questa e mia. Buonanotte.

15 marzo 2008

MELBOURNE NOW!

Eccomi a Melbourne, grande giro di mezzi di trasporto, come al solito, tra bus, treni, navette ed aerei e sono arrivata finalmente. Il viaggio e quasi giunto al termine, in quanto staro qui due/tre giorni e poi via a casa. Melbourne, a prima vista sembra davvero una citta europea, e molto piu simile ad una delle capitali europee che ad una metropoli vera e propria, ma non voglio dare giusdizi affrettati, mi tengo questi giorni per fare delle belle perlustrazioni.

Ieri era la mia ultima giornata a Cairns, l`ho trascorsa in mezzo alla barriera corallina, inutile dire che spettacolo di pesci e di natura marina, era la prima volta in vita mia che vedevo Nemo dal vero, ed e stato fantastico. Dopo i primi minuti di semi panico, nel senso che siamo arrivati in mezzo all`oceano ed il tipo ci ha detto `ok let`s jump!`, ok jumpiamo, mi sono resa conto che l`oceano era una vera potenza, dentro il mare, in mezzo al mare, li da sola con la mascherina mi sembrava quasi di essere ai vecchi tempi a Viserbella di Rimini, invece ero in Australia.

Per il resto? Si avvicina il ritorno vero e proprio, ma non ci pensiamo fino a mercoledi, ok?

Voglio ancora gustarmi l`Australia fino all`ultimo respiro.

Ieri sera, tornando col boat, c`era un bel venticello, il mare era quasi calmo, c`era poca gente e mi veniva in mente questa canzone. Il primo giorno dell`anno 2008, stavo leggendo la Lonely Planet Australia e come sottofondo ascoltavo il concerto dei Queen su MTV. Era un momento epico. E lo e ancora adesso, ogni volta che lo vivo.

12 marzo 2008

LATEST NIUS

RESPIRO LE FORESTE E NON NE HO MAI ABBASTANZA


Sono a Cairns ormai da qualche giorno, finora ho girato un po di posti, quelli principali, Kuranda ed il suo piccolo villaggio con la Cableway all`andata (una funivia che ti porta sopra la foresta pluviale) e con la Railway al ritorno (un treno rimesso a nuovo che passa di fianco le Barron Falls ed arriva direttamente in centro citta).

Poi ieri breve gita a Port Douglas, piccola cittadina sul mare da cui partono le navi per la Great Barrier Reef, verso il punto piu esterno della barriera corallina, e nel pomeriggio breve capatina a Mossman per una visita a vecchi conoscenti.

Oggi grande gita a Cape Tribulation e Daintree River a caccia di coccodrilli. Cape Tribulation e la sua foresta pluviale me la sono proprio goduta. Alberi giganti, alberi uniti ed attorcigliati, foglie di ogni dimensione, colori naturali i piu strani che ci sono, forme di ogni tipo, buoni profumi. Mi piace perdermi nelle foreste, pensare che in confronto al mio posto di fiducia (una collina veronese), e una moltiplicazione all`ennesima potenza. L`uomo dentro queste foreste e cosi piccolo che e perfino inutile, deve guardare e basta, non puo fare altro. Puo solo respirarlo, questo immenso mondo di forme e di foglie.


MONICA - LUCERTOLE 1-0



Che dire, ho raggiunto il mio piccolo traguardo personale, ovvero avere vinto la sfida con le Lucertole. Primo match aspettando il bus notturno ad Arlie Beach. Ero sotto alla capanna dell`autobus e mi vedo sopra la testa un ombra che corre veloce, ero indecisa se alzare gli occhi e svenire di colpo, oppure affrontare il mostro cosi di brutto. Bene, ho affrontato il mostro. Era una mini lucertola di colore arancio fluorescente, lunga 10 cm circa, l`ho guardata, l`ho sfidata, ok bambina, vediamo chi scappa prima, dentro di me, mi dicevo ``oh my gooood``, fuori di me dicevo ``devi resistere``. Dopo un po se n`e andata lei, avra capito che con me non si scherza, oppure avra visto la mia faccia ed avra pensato `lasciamo dormire questa giovine ragazza questa notte``. Grazie Lucertola. Comunque ho vinto. :)

Secondo episodio, oggi, pic nic a Cape Tribulation Beach. Vado diretta verso la spiaggia, faro la foto del secolo mi dico, arrivo do un occhiata in giro e alla mia destra vedo una roba lunga un metro, ah ma pensa ci sono i tronchi lungo la spiaggia, il mare li avra portati fin qui. All`improvviso il tronco mi guarda, con coda e zampe si muove. E un`altra lucertola. Ok, mi dico, vediamo che vince bambina. Ma mi dico anche, menchia che grande che e mi sa che questa volta pareggio. Fine della favola, la lucertolona viene verso di noi in cerca di cibo, ma il guardiano `del bosco` dice che non e pericolosa e la caccia via con le buone maniere. Menomale, era davvero grossa, ma almeno questa volta mi sono fatta forza e non ho urlato come fanno tutte le femmine alla vista di animali strani.

Forse dopo la gita in barca mi sto trasformando in un marinaio? Puo essere.


PIOVE, SENTI COME PIOVE

Il tempo qui e davvero curioso, c`e un caldo bestia, circa 28 gradi ogni giorno, molto umido, spesso piove, a volte dura qualche decina di minuti, altre volte, come oggi, dura un giorno intero.


IL PULLMINO AUSTRALIANO E COME IN GITA ALLE MEDIE

Tutte queste gite le faccio con un pullmino che porta circa 20 persone, e bello perche alla fine di ogni viaggio hai conosciuto praticamente tutti, qualche persona la si vede il giorno prima gironzolare oppure in altre gite, molti ti dicono che sei fortunato perche vieni dalla terra dove si mangia bene e si beve bene, altri ti dicono che amano il Garda Lake `oh my god, Garda Lake is so beautiful`, insomma arriva sera e si e instaurato un clima da gita scolastica, tutti che parlano, tutti che ridono, sono momenti che non dovrebbero finire mai. Sono momenti in cui dici che bello essere qui adesso, non vorrei niente altro, nemmeno una visa gold, sto scherzando ovviamente! Ma poi saluti tutti, chissa quando mai ci rivedremo, e stato bello, ciao. Ogni giorno ci sono arrivi e partenze. Fine ed inizio. Un ciclo continuo.


PENSO AL RITORNO E NON MI VEDO..HO PERSO LA VISTA?

Non so perche ma da qualche giorno sto pensando, non spesso, al ritorno. Essere qui e come essere su Marte, vedi le cose da lontano, col cannochiale. Mi vedo io che mangio il toast in pausa pranzo al bar, mi vedo da fuori, dall`alto, ma non mi riconosco. Sara che non sono vestita da marinaio, ma mi sembro un`altra. Questo viaggio mi sta cambiando, o mi ha gia cambiata, di sicuro mi ha fatto sentire il profumo della liberta e del poter farcela da soli, del coraggio e dell`autonomia. Una droga che fa bene, tutta roba naturale.

Potro tornare a fare la vita di prima?

Ora come ora non mi vedo, non mi vedo piu nel ruolo in cui ero, mi sono svestita dei ruoli e di molte altre cose, sono nuova. Proviamo e vediamo come va, intanto mi godo ancora questi ultimi giorni. Per ora sono ancora a Cairns, devo fare una gitarella alla Barriera Corallina, spero di riuscire perche non e il tempo migliore per fare snorkelling.

09 marzo 2008

GITA IN BARCA COL CASSONETTO A VELA ED UN PO DI ADRENALINA IN MARE APERTO

Sono tornata ieri sera dalla gita in barca a vela e secondo la parabola `vai dall amico dell amico dell amico che ti fa un buon prezzo`` e come lavorare per i parenti ovvero solo rotture di palle. Infatti la nostra bellissima crociera in barca a vela si e rivelata piena di sfighe e di problemi, ma avventurosa nonostante tutto.

Faro un riassunto veloce.

Dovevo dormire in un loculo ma non ce la facevo proprio, cosi ho chiesto di dormire fuori e mi e stato detto ci sono solo due posti a destra dorme il capitano a sinistra e libero. Menchia. cominciamo proprio con l`avventura. Accetto, tutto pur di non dormire nel loculo, cosi tetro. La prima notte passa tranquilla, si stava davvero bene, una brezza fresca, le stelle ed un bel video girato alle sei di mattina fin che tutti dormivano. (Giuro quando avro un po di tempo in piu per il cazzeggio metto foto e video! Anche se cerco di stare al pc meno possibile).

La seconda notte e stata da morir dal ridere, dopo essere ritornati per l ennesima volta nella stessa baia per un problema al motore 2, ceniamo ed arriva il momento di dormire. Di notte comincia a piovere ma siamo riparati, ad un certo punto la baracca, ops barca, comincia a girare vorticosamente, ed io chiedo al cpaitano, ma non stiamo girando un po troppo?? e lui fucking raining fucking windy vabe, passiamo oltre, torno a dormire. Poi il vento soffia che e una roba impressionante fischiava perfino, mi giro a destra il capitano e sveglio, lo guardo e gli dico pero c e un bel vento eh! e lui fucking raining fucking windy. Ok allora gia parla un inglese che piu compresso non ce ne in piu dice da due ore le stesse cose, cosi ho definitvamente evitato il dialogo rimettendomi a dormire per l`ennesima volta. Il mattino seguente i due americani mi chiederanno di cosa avevamo parlato nella notte ed io rispoendero solo che lui parlava da solo, anzi ripeteva le solite quattro parole, ed io non capivo se parlava con me o col fucking windy. Le comiche.

Dopo qualche ora sento come on come on, c `e stato un problema con la corda e la boa nella notte, non si poteva partire, quindi, fai il letto di corsa e lascia spazio per i movimenti vari. Sono le ore 6 di mattina ed e appena finita l`ultima notte in barca a vela. Son desfa, ergo sono distrutta.

Verso mezzogiorno e ora di pranzo, ma prima di preparare tutto si deve sistemare una vela, cosi la pasta bolle e nessuno dice nulla, la lavorazione tecnica va un po per le lunghe, cosi serve un volontario italiano che possa dare un occhio alla pasta e scolarla. Tra tutti c era solo una ragazza italiana, ero io. Quindi, fin che la barca va, scola la pasta, si potrebbe cantare quasi! E proprio da provare, io con la pentola in mano che seguo il via vai delle onde cercando di centrare il lavandino, no comment! mancava solo la musica di Benny Hill in sottofondo e poi lo schetch era completo!

L`avventura si e conclusa ieri sera, tra vento e sfighe varie non abbiamo visto sta gran cosa, cosi oggi sono andata in gommone super veloce verso whiteheaven beach. Adrenalina a mille! Stavamo cavalcando le onde, spruzzi di acqua ovunque, bellissimo. Etata la giusta ricompensa dopo la gita in barca2-il ritorno.

Che dire di Whiteheaven, semplicemente bellissima. Non mi stanchero mai di mare e montagne, di acqua e di sole, sono pure un po ustionata qua e la, perche sto troppo tempo a guardare le nuvole cosi mi perdo, tra i vari landscapes.

Tra gli incontri che segnalo, Luke neozelandese (da paura Ettore!! fai foto fai foto!!) innamorato dell`Italia, con cui abbiam ocondiviso l`adrenalina delle onde oggi, che gran gnocco ragazzi! questa devo dirla, anche se poco poetica! Poi anche la coppia di coreani con cui ho dormito stanotte, una vita in simbiosi posssiamo dire, dato che si sono fatti la doccia insieme, addormentati insieme, si sono lavati i denti insieme, si sono messi la crema insieme, poi stasera li ho pure visti in un negozio ad airlie che si provavano un costume....insieme! eh l`amour!

Manca poco al bus che mi portera a Cairns, allora bye bye Airlie Beach, quando ci vediamo ancora??

Chiudo dicendo che non voglio piu tornare, cosi semplicemente.

Al prossimo aggiornamento.

05 marzo 2008

MUSIC&VIDEO AUSTRALIAN TIME

Poteva mancare il solito momento music &video?? noooooo!

Ecco due video...

Il primo perche mi sembra in linea con questa esperienza....



il secondo perche e stata la colonna sonora della prima parte del viaggio.



Bye bye.

04 marzo 2008

RELAX AD AIRLIE BEACH

Dopo aver lasciato un po di me ed un po di cuore a Sydney, tra una camminata, una birra, una loundry ed un gioco alcolico, eccomi nella calda ed afosa Airlie Beach. Qui c`e davvero un clima tropicale, afa e umidita, dicono sia iniziata la stagione delle piogge, ma va bene cosi, sono svaccata in pantaloncini corti, maglietta e ciabatte, altro che coordinato per l`ufficio. Era proprio cosi che doveva essere.

Nel pomeriggio dopo vari bus, treni, aerei, arrivo all1aeroporto di Proserpine, fantastico, la sala d`aspetto era situata all`aperto praticamente su un campo in mezzo alle palme, abbiamo aspettato le valigie fuori tra una boccata di caldo e l`altra. Meravigliamoci dell`Australia ancora una volta.

Arrivo in questo ostello molto frequentato, dove alle 5 del pomeriggio, sembra di essere all`osteria in centro citta visto quanti uomini ci sono con gia la terza, quarta birra in mano, mancava solo il panino con la mortazza e dopo il quadro era perfetto!

Comunque mi piace, c`e bel movimento che fa bene ai viaggiatori solitari.

Ho prenotato la gita in barca alle Whitsundays, partenza giovedi perche ora come ora c`e troppo vento e troppe nuvole, che e una cosa bellissima, ma stona un po con il viaggio in barca.

Stasera sono stata invitata ad un barbecue dal tipo che guida la barca, mi sembra molto fuori, mi ha detto di presentarmi nuda e con la birra alla marina. Mi "sovviene" qualcun altro (vero oliva?).

Aggiornamenti nei prossimi giorni. Domani svaccamento generale nella lagoono qui ad Airlie, dopo giorni di camminate intense, staro immobile a cuocermi un po. Dopo la gita, altro reset, altra partenza direzione Cairns.

02 marzo 2008

MAL DI MARE? NO, MAL D`AUSTRALIA



Menchia. Mi sa che comincio ad avere il mal d`Australia. Ieri sul traghetto verso Mainly mi sono vista al baretto dove vado di solito e mi e` venuto un semi-mancamento! Non voglio partire, non voglio lasciare questa terra, questo e` quello che penso ogni giorno. E` come quando parli coi i gli amici o le amiche di come vorresti che fosse il tuo uomo o donna ideale, poi all`improviso lo/a trovi e dici, caspita, ha tutto quello che cercavo. Ma partiamo dall`inizio.

Ieri mattina "gita" in uno dei quartieri funky, diciamo cosi, di Sydney, King Cross. Ho fatto quache giro intorno, mi sono persa come mio solito (ma quanto bello e perdersi in una citta come questa? mi viene in mento Jovanotti, quando non so dove sono, sono a casa mia), ma non sono rimasta piu di tanto entusiasta. Sara che amo i cosiddetti landscape, non mi attirano particolarmente questo tipo di quartieri. Cmq una visita ci stava.

Divagazione - Sempre per restare in tema happiness ora sto scrivendo con la musica dei Scissor of Sisters di sottofondo, ho la pelle d`oca, l`avevo detto al mio medico che avevo qualche problema di cuore, ma lui non mi ha ascoltato per niente quando gli ho detto "vado in Australia", basta e` partito per la tangente, il nostro dialogo era qualcosa di questo tipo, proprio del terzo tipo, io " si le fitte mi capitano in questa parte"....lui " ah ma hai prenotato tutto da qui?"....io "si mi capita qualche volta la sera" e lui "e` il mio sogno da una vita, quando torni mi devi raccontare tutto"...e dio "grazie per la consulenza, see ya soon". Che mito di uomo.

Dicevamo, dopo un giro a King Cross e a Wollomollo, la zona piu antica di Sydney, che pero sembrava anche la piu abbandonata, forse perche non troppo turistica, mi dirigo verso Elizabeth Bay. Non c`era alcun dubbio su questo, quando vedo le parole "beach, bay, ..." mi perdo. Quindi pausa per scrittura delle cartoline su una panchina sempre ad Elizabeh Bay, poi direzioni Manly Beach.

Non sarei piu scesa dal traghetto
(che fa sempre parte dell`amore per il mare) ieri, ho pure pensato che in una vita precedente ero un marinaio, pochi tacchi e molto mare. Una femmina marinaio. Un osldato Jane del mare. Pensa, se ami il mare, ti trovi qui a Sydney, vedi tutto sto panorama che quasi non ci sta dentro gli occhi e ti scoppiano le vene da tanta natura che c`e.



Arrivata a Manly mi fermo sul bordo spiaggia per fare delle foto ed un video, li, le comiche, della serie gli incontri casuali sono i migliori. Mi ferma un tipo mi chiede nius in merito alla mia macchina fotografica, se fa i video buoni ecc ecc, insomma parliamo per quasi un`ora e alla fine, secondo voi che mestiere puo fare unio sconosciuto incontrato in una spiaggia di Sydney? ma certo! fa pubblicita` alle agenzie immobiliari. Non ci potevo credere. Abbiamo parlato un`ora di pixel, di come sono belle le finestre di Photoshop CS3 che si sfumano, di Illustrator, del vecchio e decrepito XPress, degli agenti immobiliari e delle loro necessita` ecc ecc, mi sembrava di essere in centro citta, nella mia poco amata citta, invece ero qui che parlavo con lui di queste cose. Concludiamo i discorsi, perche ormai erano le sette e mi lascia un indirizzo ed un sito web di un agenzia che cerca personale che sappia interagire con questi agenti immobiliari per creare speciali advertising per i giornali ecc ecc.



Ora secondo voi, dopo questo incontro, dovrei tornare a casa?


01 marzo 2008

MERAVIGLIE AUSTRALIANE

Eccomi qui. Cerco di riprendere il filo. Allora, la valigia e` arrivata finalmente, con qualche buco e molte ammaccature, ma e`presente, ho scoperto che si erano dimenticati di caricarla a Roma. No comment. Non scrivo niente di piu su questa cosa, nessuna novita sulla gestione delle valigie in Italia.

Oggi c`e` grande fermento qui a Sydney per il Mardi Grass, ovvero una specie di Gay Pride. Ci sono ragazzi e ragazze tappatissimi, sembra una festa di carnevale. In giro si vedono tranquillamente gay e lesbiche che si fanno i cavoli propri, alcuni si preparano per la festa, altri che arrivano dalle citta` qui vicine per l`evento, un gran giro insomma. anche in questo l`Australia e` meravigliosa, nel senso che si riesce a meravigliarsi si molte piccole cose.

Qui si mostrano oppure da noi si nascondono?

Tutto e` da ricondurre alla nonchalance con cui vivono "no worries,
no problems" ecc ecc sono espressioni che si sentono spesso dire senza strane falsita`, ma con tutta la disponibilita` possibile. Due esempi: la vecchia giapponese e l`indiano.

La vecchia giapponese, l`ho fermata per strada qualche giorno fa per chiedere dove avrei potuto trovare due tre cose per rifarmi il beauty case dis-perso, ciccola e ciaccola, entriamo nel discorso e alla frase "mi hanno perso la valigia", lei mi ha risposto con un sentito "oh my god". Beh, ci sono rimasta perche era piu sconvolta di me, un`empatia davvero esorbitante.

L`indiano l`ho incotrato ieri durante la gita alle Blue Mountains. Stavo scattando delle foto (nb: dopo 3 giorni ho gia "fumato" la scheda da 4 GB, tra foto e video, ammazza oh!), lui, da tre metri di distanza, mi viene incotro dicendo "excuse me", "si?" "ti rovinato la foto?" "sorry?" non ci potevo credere mi ha chiesto se per quache strano motivo mi era passato davanti mentre scattavo, tra l`altro da una distanza non cosi ravvicinata. Troppa premura. Troppa premura loro, o poca premura noi. Siamo cosi abituati ad essere incazzati nel nostro paese che ormai mandare a quel paese uno capita 10 volte al giorno, per mille motivi. Quando arrivi qui devi davvero resettarti, primo perche non c`e davvero motivo di mandare a quel paese nessuno, poi perche tutta questa cortesia non fa parte del nostro modo comune di fare, al di la di quello personale, quindi bisogna rieducarti ad un altro modo di pensare.

Un altro esempio di nonchalance e` come tutti girino con le infradito ai piedi, dalla vecchia sul treno, alla super patatonza bionda vestita da ufficio fino alle caviglie, con delle easy infradito. Non c`e che dire e` proprio easy life.

Questo viaggio vacanza volevo proprio che fosse cosi, molto easy, dalle mie parti si direbbe uno stile "sbragato" nel senso di poca o limitata attenzione al vestiario e molta disinvoltura in quello che si fa e si dice, pochi atteggiamenti e molta spontaneita`.

E` strano perche ora mi viene in mente una certa di via di una certa citta`, non faccio nomi ma potrebbe essere ovunque, dove se non giri con la borsetta con la scritta giusta sei nullo. E` proprio vero che ognuno ha il suo metro di giudizio. Questa relativita` e` bellissima. Essere qualcosa ed essere altro. Comunque quando in certi contesti in Italia mi sentivo fuori luogo, qui non mi e` mai successo, anzi mi sento piu a casa che a casa mia.

Ieri, ho passato la giornata alle Blue Mountains, fantastico! sara` che amo i boschi e le foreste, quindi non sono molto obiettiva, ma se uno ama la natura, qui in Australia la vede talmente grande e moltiplicata, che quasi sembra di non vedere tutto. Ti abiutui a pensare in grande, perfino le nuvole sono piu grandi.

In questi giorni ho preso contatto con qualche membro del Tripforum, il Lucio compaesano, con cui abbiamo parlato delle tristi mete turistiche quotidiane delle nostre zone, e la Bradipa (Chiaretta) con cui ho condiviso una seratona, tra birra, gnocchi australiani ed un po di romanesco.

La famosa "compa" non manca, quindi, qui si puo essere da soli ma non si e mai soli, si riescono a condividere molte cose e a fare nuove conoscenze, un po di mondo non guasta mai.

Del mondo non si e visto mai abbastanza.

Tra qualche giorno lascio dvvero a malincuore Sydney, destinazione Whitsunday Islands, mare, spiagge e qualche grado in piu.

Alle prossime nius.

27 febbraio 2008

SPINGITORI DI PORTE SU RIEDUCATIONAL CHANNEL AUSTRALIA

Dopo una notte semi insonne, non capivo piu se dormire di giorno oppure di notte, quindi ho mantenuto il fuso aereo arrivando a stare davanti alla finestra della camera per un bel po. Ma quanto giro c`e qui a syd, alle tre di notte c`era ancora gente in giro, ragazzi con lo zaino, pensionati e varie. Alle cinque pure. In realta non ero insonne ma controllavo il traffico. + o -

Risultato della storia: non ho dormito sta gran cifra, ma ne ho approfittato per ripassare un po di lonely Australia e, dopo aver chiuso col sonno totalmente, alle otto ero gia operativa, direzione Opera House. Avevo un agran voglia di camminare, che guardando la mappa mi sono detta " ma dai che me la faccio a piedi". Dopo un bel po mi trovo su un treno diretto a Circular Quay. Il fisico non regge. Sara il fuso, l`esaurimento pre partenza, ma mi tengo la camminata per la tarda mattinata. Comincio a sentire gli effetti del mio primo volo internazionale.

Dopo la visita all`Opera House, mi fermo su una panchina presso i Royal Botanic Gardens, questo posto mi prende troppo. Nono sento piu la stanchezza, non sento piu i piedi che parlano. Mi immergo nei prati, tra fiori ed uccelli, che mi rapiscono.

Cosi, eccomi su una panchina con la mia moleskine, in pausa, tra una cosa e l`altra sono le due di pomeriggio, c`e un tempo strano sole, nubi, sole nubi, ma fa un caldo giusto ed un vento giusto.

Mi guardo intorno, respiro il momento e penso: e proprio vero, la vita di provincia puo stare stretta. Qualche tempo fa, ma il discorso si ripete spesso, con Ettore parliamo della nostra ipotetica esistenza differente dal presente. Ed idealizziamo, facciamo progetti per reciproche vacanze. Io a trovare lei ad Edimburgo, sposa di un gran bel gnoccone in kilt, lei a trovare me in qualche citta australiana. E` proprio vero Ettore, la pianura ci deprime.

Forse nasciamo in un posto determinato, ma non e` detto che sia il posto dove dobbiamo vivere. sono nato in Italia, vivo in Italia.

Magari uno nel suo DNA sente di appartenere ad un altro mondo, e difficile da spigare perche e` una sensazione, non e` una cosa logica. E` come una passione nascosta. ci sono passioni che ti prendono ma che non vanno d`accordo con te e ci sono passioni leggere, che una volta scoperte ti travolgono, si concretizzano.

Mi viene da pensare che, dentro ogni persona, ci siano delle porte, da aprire e da scoprire. Un lavoro certosino di ricerca, che ci puo far sentire bene o male, ma che ci fa sentire vivi.

In treno verso il centro, accanto a me c`era un uomo con il sacchetto del pranzo, non ci posso credere anche qui hanno il tupperware con la frutta come dessert. Subito mi torna alla mente qualcuno. Una persona a caso, seduta su una panchina a caso, nei giardini di una citta` poco a caso, che guarda la gente passare, la vita muoversi.

Sono sudata, ho la stessa maglietta da due giorni (eh si niente valigia ancora, si accettano scommesse su dove sara), ho un po di mal di testa, ho dormito di giorno e non ho dormito di notte, sono da sola su questa panchina, sono in viaggio, non ho nessun sentimento negativo (nemmeno x cathay lo giuro!) e sono felice. Altro che Vodafone, qui tr ail verde ed i fiori piu strani sento di esserci dentro a questa avventura, sento di avere tutto intorno a me. Tutto e possibile, ci sono infinite possibilita dietro a quelle porte, che ci possiamo dare x primi, ma ci sono pure motivi reconditi nella mente e nel cuore che non ce le fanno aprire.

Parlo per me, sia chiaro, non e` un insegnamento, ma penso a quante volte non permettiamo a noi stessi di aprire quelle porte, se non le apriamo perdiamo parti preziose di noi stessi, che magari resterebbero chiuse.

Insomma l`unico spingitore di porte, per me, posso essere solo io, non la famiglia, gli amici, il moroso.

Spingitori di porte, su rieducational channel australia.