Diceva l'estetista, che diceva l'amica, che diceva il chirurgo che perfino lui non sa se quella che ha intrapreso, è la strada giusta per lui. E se lo dice il chirurgo, è come se fosse il prete, quindi ci crediamo.
C'è chi nella vita, sogna a 5 anni di fare l'avvocato e a 35 lo è. C'è chi sogna una strada e ne prende altre, c'è chi continuamente sbattuto di qua e di là dagli eventi, si adegua, chi si adatta, chi si rifiuta e prende quel che viene, perchè in fondo non si sa e va bene così.
Si sa solo che in questo tempo e soprattutto in questo luogo, spaghetti e mandolino, si devono accettare tantissimi compromessi, nel lavoro, nella vita a due, nel sociale. Calcoli, pianificazioni e progetti, come se si dovesse mettere in piedi una multinazionale.
Non ci si può più permettere di dire "farò il lavoro che mi piace e sarò pronta a darmi al 100x100", "se non lo troverò, proverò a fare altro" perchè per aprire un'attività ti devi indebitare fino a non dormire più, per arrivare ad una certa posizione devi continuare a mandare giù, perchè hai studiato tanto, ci hai messo anni ed ora rispondi al telefono, nessuno riconoscerà fino in fondo la tua dedizione.
Dicono che la rassegnazione sia un atteggiamento interiore, ma anche se uno non l'avesse ti verrebbe solo nel momento in cui ti apri verso l'esterno, decidi, tutto sommato, di tentare, di dare e di darti anche solo una possibilità. Perchè non è tutto da buttare, le persone non sono totalmente da evitare, c'è, sotto sotto, qualcosa da salvare.
Come quando scaldi troppo il latte e si forma quello strato sottile di panna odioso, che non vuoi bere e non sai dove buttare, si attacca al tuo cucchiaino e ti fa chiedere con cosa raccoglierai gli abbracci mulino bianco imbevuti del tuo buon latte.
Ci ho messo un paio di mesi ad arrivare a questo punto, non volevo saperne di niente e nessuno, di questo sistema, dove una ragazza sui 30 anni è un pericolo procreativo oppure è destinata a cadere nel burrone il primo giorno dopo il 30esimo anno. Avevo paura di ricaderci, ero demoralizzata e senza speranze, sognavo di guidare il quad in Nuova Zelanda e di richiamare le pecore la sera, poi ho deciso di far esplodere la mia bolla di sapone in cui stazionavo e fluttuavo nell'aria e provare a buttarmi, ancora.
C'è molto da fare, ogni giorno si devono fare scremature, per mantenere un tenore umorale costante e non farsi prendere dallo sconforto, perchè quello che io vedo intorno è davvero sconcertante.
Mi sto trovo ora anche a dare spiegazioni ad un adolescente sull'utilità di imparare l'inglese a scuola, premesso che:
a. se ne frega
b. gli fa pure schifo
Ecco io non posso convincerti come farebbero i tuoi genitori, tirarti fuori la storia dei doveri, ognuno ha il suo lavoro e cose varie universali e poco convincenti, ma per quello che ti posso dire, cerca di crearti un tuo bagaglio di base per essere libero più a lungo possibile, cerca di seguire la tua strada, fai quello che ti piace, non quello che il nonno avrebbe voluto fare ed il padre non ha fatto, nemmeno il sogno dello zio. Inizia da subito a farlo, segui dritta la tua strada, anche se non vedi la fine, potrebbe essere una brutta curva che ti fa rallentare ma potrebbe anche rivelarti un panorama meraviglioso.
Se lo farai, i compromessi che dovrai accettare saranno pochi, li sposterai sempre più in là e magari non li incontrerai mai, il latte sarà a giusta temperatura e tu non ti dovrai più preoccupare della panna indesiderata ma solo dei tuoi buoni biscotti.