Sentivi le voci, il delirio, l’ansia, la testa pesante, il non dormire la notte, i sogni, risvegliarsi sudati e scoprire che tutto quel correre era solo un movimento mentale.
Cadere giù dal treno in corsa e rotolare giù, non riuscire più a fermarsi ed una volta sbattuti contro ad un albero, alzarsi in piedi tutti ammaccati.
Jovanotti canta “è bello vivere anche se si sta male”, perché almeno si è vivi. Si sente qualcosa. E’ quando non si sente più nulla che ci si deve preoccupare.
Si può essere morti, vivendo ogni giorno. Quando alzarsi dal letto ogni mattina non ha più senso. Ogni minimo movimento viene dilatato nel tempo, ti guardi allo specchio e vedi un’immagine sbiadita di te. Non stai vivendo, stai solo collezionando giorni sul calendario.
Sono un po’ risorta il 20 maggio 2012, quando l’oroscopo della Bilancia prevedeva grandi cambiamenti, mentre io ho sentito solo il letto shakerare alle 4 di mattina ed ho passato la notte in bianco.
Grandi cambiamenti non ce ne sono stati per ora, ma grandi consapevolezze sì.
Tutti i sacchetti di merda che gli altri ci tirano contro continuamente non ce li meritiamo. Non ci meritiamo non dormire la notte perché il nostro capo è schizzato, non ci meritiamo il dare tutto di noi stessi, testa, cuore e pancia a chi ci passa sopra come un caterpillar, dicendoti perfino che ti vuole bene. Voler bene è soprattutto rispetto e non farti stare male per nessun motivo al mondo. Chi non fa questo te la sta solo facendo sopra col sorriso, come il cane con la ruota della macchina.
Parole dure, scomode un po’ ineducate ma scelte e volute, perché se ci penso ho ancora tanta rabbia, ma quando sei dentro il tunnel, la luce non si vede, i suoni sono amplificati e surreali. Tutto ciò serve quando si apriranno gli occhi di nuovo e non sarà bello, ma sarà meraviglioso. Forse avevano solo ragione gli Human League “I’m only human, of flesh and blood I’m made, human born to make mistakes”.
Non perdonare ma perdonarsi, non accettare ma accettarsi, non alzare ma semplicemente ri-alzarsi.
Non mi interessa il momento in cui si issa la bandiera sulla vetta della montagna, quell’attimo di felicità è troppo facile e troppo limitativo.
Mi interessa la fatica, le botte, le cicatrici, gli sforzi per progredire, per andare avanti, mi colpisce la forza di chi a pezzi si rialza, di chi ce la fa, contro tutto e tutti, in amore, nel lavoro, everywhere.
Quella forza che abbiamo dentro e che non usiamo mai abbastanza, forse è lo spirito di sopravvivenza che ci tiene attivi anche se non lo vogliamo. La forza per dire stop a quello che non ci va più bene. Non è difficile bisogna solo guardarsi allo specchio e chiedersi se lo si vuole veramente, cambiare, accettare di buttare tutto nel cesso e ricominciare, a volte è un fallimento ma spesso è una liberazione, una vera resurrezione.
Certo c’è il rischio di non volerlo veramente, ci può stare, ma allora non piangerti addosso perchè va tutto storto, ma soprattutto non piangermi addosso. Io scelgo la mia felicità, se posso, che sia domani o tra un anno, scelgo sempre e solo quella e non c’è nulla da mettere prima di lei, chiamiamolo sano cinismo o sano egoismo.
Sana resurrezione umana.