05 novembre 2007

AN ITALIAN DAY TRIP

2 novembre 2007. Venerdì mattina. Prestissimo. Dopo un bel pò che non prendevo un treno, mi sono trovata in stazione, pronta per una gita. Gita a Milano! Sai che roba....Tralasciando l'aspetto umano, alquanto mediocre, mi concentro su ciò che una città così grande può offrire, ovvero un pò di cultura e qualche mostra fuori dagli schemi. Destinazioni: Palazzo Reale e Triennale. La Chapelle e gli Anni 70.

Inizia così questo piccolo viaggio italiano verso la grande metropoli, in compagnia di Ettore (che è una Lei, ciao Ettore). Passiamo tutto il tempo in treno a parlare di viaggi futuri, di quanto gli uomini siano poco pratici e "adattevoli", di come ognuna di noi abbia a che fare con degli uomini inarrivabili (e sempre a noi ci capitano?), insomma una bella parte del colloquio è stata composta dal discorso “uomini”. Poi abbiamo anche deviato raccontandoci quanto reale sia la presa in giro di Katia e Valeria (di Zelig) che imitano il popolo di Uomini e Donne (ovvero, il nulla, il vuoto, ore ed ore a parlare del nulla) e di come era bello invece Guzzanti ed il suo Quelo (tra i tanti). Possiamo dire di aver animato l'Intercity e pure la vecchietta che avevamo di fianco, la quale, povera, voleva dormire ed ha maledetto quella volta che non ha ceduto alle nuove tecnologie, cioè comprarsi un bel Ipod da 7 giga! Dai siura! Cus ghe!



All'esterno un paesaggio quasi simile a quello del video dei Chemical Brothers, solo che invece della musica in sottofondo si sentiva: "Ma secondo te maestro, c'è vita su Marte? mah, giusto il sabato sera!". Cose di questo genere. Filosofia sul treno su rieducational channel.

Inizia la gita, scendiamo dal treno e ci dirigiamo verso la Triennale, meglio "dentro" gli Anni 70. Dico "dentro" perchè mentre la si visita si ha l'impressione di essere attivi nei confronti delle opere presenti. Non si sta 1/4 d'ora davanti ad un quadro, ma si vive la mostra tra gli oggetti. Dall'alto cadono teli con le prime pagine dei quotidiani di quegli anni con le notizie più succulente. Mi fermo proprio a leggere e mi accorgo di quanto conosca davvero poco di quegli anni (Aldo Moro, Pasolini, Ustica,...), molte notizie che mi dicono qualcosa ma di cui non ho una conoscenza approfondita. Un pò di “merito” devo darlo alla scuola che faceva finire il libro di storia con l'anno 1950 e poi il vuoto, il nulla. Un pò come i programmi di Maria De Filippi. Ma qui c'è lo stimolo giusto per approfondire.


Ogni zona, all’interno della mostra, è curata da una persona in particolare, quindi siamo orientati, in modo benevolo, da uno sguardo soggettivo che viene dato agli eventi e alla loro rap-presentazione, ma il fatto molto positivo è che ci troviamo immerso nelle situazioni tipiche degli anni 70. Il vecchio bar, con le carte, il juke box, gli amari. Oppure la televisione, ti trovi dentro la televisione, televisori ovunque. Non parliamo della musica Woodstock, la ribellione, i Sex Pistols. Dischi ovunque.

E poi il colore. Basta bianco e nero, tipicamente anni 60, vai col colore vivace dei nostri '70.

Diamo un giudizio complessivo molto buono. Ora basta giudizi positivi però, quindi stop alle telefonate, altrimenti devo farmi dare una percentuale.

Tutte intrise di cultura decidiamo di farci “una vasca in centro”, come diciamo noi. Che ridere. Sembravamo le ragazze di campagna che vanno in città.



Beh, non avevamo la vanga e nemmeno il trattore, in questo caso, ma lo spirito era quello. Abituate a vedere grandi spazi e a sentire aria diversa, l'atmosfera non è stata delle migliori. Eravamo in Italia (ancora!). Eravamo a Milano (basta!). Niente di così eccitante. Le considerazioni finali sono state esclusivamente utilitaristiche ovvero "prendiamo quello che ci serve e torniamocene a casa".

Nuova direzione: il Duomo. Ultima destinazione: Palazzo Reale e La Chapelle. Ci aspetta una mostra molto ricca, 350 opere esposte, tutte da guardare. Ci accoglie una fotografia disarmante, a tratti dissacrante, estrema, molto colorata. Un lavoro critico che porta con sè molte riflessioni. Anche all’interno della stessa fotografia si possono leggere vari significati a più strati. Esiste un livello di “visione” semplice e banale ed un altro più riflessivo, astratto e complesso. Si riescono ad includere perfino temi come la paura, la morte, la vita stessa, il divino e l’idea del sublime.

http://images.alice.it/sg/foto/gallery_mno/foto_dautore/i_l/david_lachapelle/I_colori_di_LaChapelle/43ce824cd7206_big.jpg

Fa pensare anche il fatto che l’autore di tutto ciò, sia proprio colui che, inizialmente lanciato ed immerso nel modo cristallino della moda, incaricato di rendere più glamour possibile le super modelle, ora si trovi a farle scendere dal piedistallo. Saranno rappresentate schiacciate da un mega hamburger, vestite in maniera extra cool di fronte a delle catastrofi naturali, saranno posizionate come simbolo dei vizi distruttivi. Davanti an noi si ripete un mondo da non ammirare. Un mondo che ha le sue regole devianti. Un mondo che non c’entra nulla con la realtà. Un mondo di carta. Pieno di colore e di oggetti, ma che comprende anche un immenso vuoto.

La gita è finita. Il tempo di un ultimo caffè (e di un gelato) e via, si ritorna a casa. Torniamo con la testa piena di informazioni, di immagini, di nuove idee da sviluppare.

Torniamo alla nostra realtà. Abbiamo camminato, visto, ascoltato, odorato ed abbiamo anche sognato per qualche ora. Nel bene o nel male, abbiamo viaggiato, seppur brevemente, con la mente e con il corpo. E con il treno.

Prossima destinazione?

6 commenti:

Asciapazza ha detto...

non perdere tempo con gli uomini inarrivabili, ti deluderanno sempre :D...allora quando è che parti e fai un bel viaggio ? :D

Anonimo ha detto...

Mariobianchiiiiiiiii!
Allora confermo e sottoscrivo il sentirsi "ragazza di campagna" a Milano, una città ahimè così spersonalizzante e davvero poco a portata d'uomo nonostante le sue mille attrattive, gli infiniti stimoli e la sua aria cosmopolita. Ho provato un'insolita goffaggine nel muovermi nel marasma anonimo ed informe di Piazza Duomo, goffaggine che non ho mai provato nemmeno quando mi sono trovata a girare in capitali europee ben più grandi (ed interessanti) di Milano.
Ma, nonostante il mio atteggiamento non esattamente amichevole nei confronti di 'sta metropoli (ti ricordo solo il mio commento non appena scesa dal treno), devo dire che il gioco è decisamente valso la candela. Le mostre mi hanno appassionata ed ispirata, ciascuna in modi diversi.
Alla Triennale mi sono sentita catapultata in un mondo, quello dei '70, così vicino eppure così lontano... una decade così importante per la memoria collettiva e di cui ho sentito parlare spesso (a scuola, in tv, dai miei genitori), ma della quale in fondo non so proprio un bel niente. Ed è stato bello poterla in qualche modo "vivere" attraverso e a volte letteralmente all'interno dei suoi fenomeni di costume più significativi. Una cosa che ho molto apprezzato sono state le varie citazioni di Fabrizio De Andrè che spuntano all'improvviso, quasi a tradimento, dove non te le aspetti. Parole semplici, schiette e potenti su un muro bianco che più bianco non si può. Parole che ti fanno pensare, anche se non vorresti.
Di LaChapelle invece ho apprezzato la precisone maniacale per il dettaglio e la forza espressiva che spesso "salva" i soggetti/temi un po' kitsch di alcune foto.
Bene dai, mrs b, chiudo qui perchè altrimenti ti rubo la scena...hahahah!
E se non si fosse ancora capito, Ettore c'est moi!
Ciao bella e sta in campana!
hugs'n'kisses,
A bien tot!
Ps. Ho appena visto Claudiano, Katiana e Valeriana...eh, allora sì, Maria, ti volevo dire....BRAVA, BRAVA, BRAVA!

Anonimo ha detto...

Bel post, complimenti!
Milano ha davvero tanto da offrire ed e' un peccato non poterla vivere appieno per i vari problemi che la affliggono. Anch'io come la Ettore non la amo pero' quando (se) torno le voglio dare qualche chance.

Lucio

Missfree1981 ha detto...

@asciapazza
Hey boy(ma poi come ti chiami??) grazie del pensiero ma non preoccuparti nella nostra scala (mia e di Ettore) un "fidanzato" è al 13° posto della classifica, quindi non ha una così grande importanza :)...sbaglio Ettore? x il prossimo viaggio, Germania dopo Natale, ma resto vaga, se ne parlo troppo porta sfiga...

@Ettore
innanzitutto ti ricordo che quando parli con me devi stare zitta!! poi grazie del commento, very corposo. aggiungo che sto fatto de citare Mr B Miss B non è dovemo di le nostre cose a tuto er mondo, ahcapito? artrimenti te fo en little playback de natalie embruglia o un acuto der venditti aaa a a aaaaa...è una minaccia!!! ma va là!!

@Lucio
ciao Lucio! in effetti per Milano, ma come per altre città italiane, parti anche bene, ma po iresti deluso da molte cose, per questo preferisco (riamo) l'estero. Se e quando tornerai (hai già previsioni?) facci sapere com'è andata la nuova chance! bye bye

Anonimo ha detto...

Io zitta? e tu qnd parli cn me mi devi sciacquare la bocca, hai capito??
Adesso non per polemizzare... ma se tu non specificavi mr b, e cchi ceo sapeva??? Scherzo, tanto è così contorto (come le nostre due belle testoline direi) che nemmeno esperti crittografi arriverebbero mai alla soluzione! E poi confermo, nella lista personale delle priorità il "fiancè" sta abbastanza indietro, e poi c'è tempo ancora prima che scada il mio orologio biologico!!! ihihi e qui chiudo il discorso perchè già mi vedo mariobianchi con la testa fracassta sulla tastiera....
Per la Germania... oh yeah baby, bring it on! Ma come al solito non parliamone molto sennò ci sfuma tutto! Intanto, segnati sta parola...Goesser!!
Bene, non ho commenti spassosi, sai dopo una giornata di libri polverosi, troppi caffè e ciacole col mondo intero... eh sì, dura la vita degli intellettuali!!!!
See ya soon ma bonnie lassie,
Ettore

Missfree1981 ha detto...

brava Ettore, in effetti mariobianchi (o Missfree o Monica) aveva già la faccia ed il fumetto con questo testo "oh mio dio...l'orologio biologico...fermiamolaaaa!!!". cmq sono onorata di avere qui su questo modesto spazio una donna intellettuale...gne gne gne...

saluti

ps: bevi pochi spritz, dai...